Melone, il meglio deve ancora venire?

Sincronia tra serra e pieno campo, raccolti posticipati: luglio promettente

Melone, il meglio deve ancora venire?
Una stagione di alti e bassi in cui il meglio, probabilmente, deve ancora venire: negli ultimi giorni, sospinto dalle temperature estive, il melone è tornato a macinare vendite e i prezzi hanno ripreso quota posizionandosi su livelli più consoni alle aspettative di chi opera a monte della filiera. E luglio, mese decisivo per spostare l'ago della bilancia tra "stagione positiva" e "negativa", potrebbe riservare ulteriori soddisfazioni in quanto l'offerta nazionale - e non solo - sarà relativamente contenuta. 

I "pro" non mancano: la sincronizzazione tra la fine delle raccolte negli impianti sotto serra e l’inizio dei tunnellini in campo aperto; un calo di trapianti nell'ordine del 15% per il prodotto destinato a "maturare" nel cuore dell'estate - anche se andrà verificata la resa -; la crescente attenzione per le varietà tardive, con conseguente prolungamento della campagna per un prodotto che ha tutte le carte in regola per destagionalizzare i consumi. Certo, fa presente Ettore Cagna di Agricola Don Camillo, le incognite come sempre non mancano, dal clima alla capacità di spesa delle famiglie, ma per il melone potrebbe essere, di qui in poi, una stagione più lineare. Senza buchi produttivi e nemmeno eccessi di offerta. 

Dice Bruno Francescon, dell'omonima Op: "Fino a poco tempo fa era prevista abbondanza di prodotto in luglio e scarsa disponibilità tra fine luglio e agosto, ma il brutto tempo delle prime due settimane di giugno sta posticipando fioriture e allegagioni di alcuni trapianti medio-tardivi; ecco allora che alcune produzioni previste in raccolta in questi giorni si sposteranno ad agosto, facendo sì che non ci sia eccesso di offerta in luglio e aumentando l'offerta del prossimo mese".



“La campagna è iniziata molto bene - spiegava ieri Mauro Aguzzi, presidente del Consorzio del melone Mantovano Igp - grazie a un mercato particolarmente favorevole in cui i nostri precocissimi, in quantità triplicate rispetto all’anno scorso, non hanno avuto la concorrenza della Sicilia e del Marocco. La percezione generale di una sorta di anticipo di estate che abbiamo vissuto fin da metà maggio, insieme alla fine del lockdown, hanno fatto aumentare la domanda, poi i produttori hanno dovuto fare i conti con il maltempo di metà giugno che ha alterato la situazione e rallentato la domanda a fronte di una fisiologica maggiore offerta del prodotto, con conseguente flessione nei prezzi. Ora la situazione con il caldo si è normalizzata e il rapporto domanda/offerta - conferma Aguzzi - è equilibrato". 



I volumi quest’anno appaiano particolarmente interessanti, grazie ai trapianti precoci e ravvicinati che hanno aumentato la produttività, con prospettive di un prolungamento della campagna: Aguzzi è convinto ci siano tutte le premesse perché la continuità della qualità, frutto di  selezione, ripaghi gli sforzi; "per il momento - conclude - stiamo avendo grandi soddisfazioni, sia nei lisci che nei retati”. 

Copyright 2020 Italiafruit News