Beni alimentari, da maggio prezzi rallentati di poco

Beni alimentari, da maggio prezzi rallentati di poco
Italia in deflazione a giugno. L'inflazione registra un aumento dello 0,1% su base mensile e una diminuzione dello 0,2% su base annua (come nel mese precedente). Rallentano di poco i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +2,4% di maggio a +2,3%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto tornano a crescere (da una variazione nulla a +0,2%).

E' la stima preliminare dell'Istat, secondo cui a determinare l'inflazione negativa per il secondo mese consecutivo sono i prezzi dei beni energetici (-12,1%) che sia nella componente regolamentata (-14,1%) sia in quella non regolamentata (-11,2%) confermano flessioni molto ampie. I prezzi dei beni alimentari continuano invece a crescere (+2,5%), con un'accelerazione di quelli degli alimentari non lavorati (da +3,7% di maggio a +4,1%) e un lieve rallentamento dei prezzi degli alimentari lavorati (da +1,7% a +1,5%). A registrare tassi di crescita sopra il punto percentuale sono anche i prezzi dei tabacchi (+3,0%) e dei servizi vari (+1,4%) che contrastano, insieme a quelli dei beni alimentari, le spinte deflazionistiche dei beni energetici.

L'"inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera lievemente da +0,8% a +0,7%, mentre quella al netto dei soli beni energetici rimane stabile a +1%.
Il lieve aumento congiunturale dell'indice generale è dovuto per lo più alla crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,1%), sostenuta dai consueti fattori stagionali.

L'inflazione acquisita per il 2020 è pari a zero per l'indice generale e a +0,7% per la componente di fondo. Rallentano di poco i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +2,4% di maggio a +2,3%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto tornano a crescere (da una variazione nulla a +0,2%). Secondo le stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra una variazione congiunturale nulla e una diminuzione dello 0,4% su base annua (da -0,3% del mese precedente).

"Consumi al palo. Nonostante il lockdown a giugno sia ufficialmente finito, il Paese è ancora fermo. La deflazione, i cui effetti sono comunque positivi, dato che aumenta il potere d'acquisto delle famiglie, ha radici nella grave recessione dovuta all'emergenza Covid, ormai diventata un'emergenza economica" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. 
"Il carrello della spesa, comunque, gli unici beni acquistati e acquistabili anche durante i mesi di lockdown, continuano a pesare sulle tasche degli italiani - prosegue Dona - Per una coppia con due figli, la famiglia tradizionale di una volta, il carrello a +2,3% significa avere un aumento del costo della vita, per i soli acquisti di tutti i giorni, di 207 euro su base annua, 195 euro per gli alimentari. Per una coppia con 1 figlio, la tipologia di nucleo familiare ora più diffusa in Italia, il rialzo è di 188 euro per le compere quotidiane, 175 euro per il cibo, per una famiglia media sono, rispettivamente, 155 e 145 euro. Per un pensionato con più di 65 anni, sono 100 euro per le spese obbligate dei beni alimentari e per la cura della casa e della persona e 95 euro per i beni alimentari" conclude Dona.

Fonte: Italiaoggi.it