Uva da tavola, la concorrenza s'inasprisce

Il produttore siciliano Guastella: i prezzi sono diventati un po' bassi

Uva da tavola, la concorrenza s'inasprisce
La campagna dell’uva da tavola siciliana stava procedendo bene ma si è un po’ complicata nelle ultime due settimane a fronte della maggiore disponibilità sul mercato europeo. 

“I prezzi del nostro prodotto sono stati buoni da metà maggio, momento in cui abbiamo avviato le raccolte nell’areale di Mazzarrone (Catania), fino all’ultima settimana di giugno. Abbiamo vissuto una quarantina di giorni che possiamo giudicare soddisfacenti, seguiti da un periodo difficile dove la concorrenza nazionale ed estera è progressivamente aumentata”, sottolinea a Italiafruit News Giuseppe Guastella, produttore di uva da tavola a capo dell’omonima azienda agricola di Mazzarone, che lavora con i Mercati all’ingrosso di tutta Europa.



“Da alcune settimane - precisa - sono entrati in produzione molti areali del Mediterraneo oltre alla Sicilia, quali ad esempio la Puglia, la Spagna, l’Egitto e Turchia. L’offerta non manca sul mercato europeo e i prezzi del prodotto sono purtroppo calati su valori un po’ bassi. C'è da dire che ogni anno che passa la concorrenza è sempre maggiore, anche nei mesi di maggio e giugno, perché sempre più produttori puntano sulla precocità”, aggiunge Guastella.

Di solito, l'azienda agricola Guastella commercializza uva da tavola da metà maggio fino al 15-20 luglio, gestendo solo le proprie produzioni. Non potendo agire più di tanto sui volumi, la priorità è quella di puntare sulle caratteristiche organolettiche dei grappoli. L’azienda dispone attualmente delle varietà Victoria, Black Magic, Italia (foto sottostante) - forse la più richiesta in questo momento - e una nuova cultivar senza semi a bacca bianca che viene soprattutto esportata in Europa. 



“La qualità del frutto è ottima a livello sia di gusto che di colorazione. Le uve senza seme rimangono ancora un prodotto per l’estero, nonostante la crescita dei consumi degli ultimi anni. Il mercato nazionale, infatti, continua ad andare alla ricerca delle uve tradizionali - conclude Guastella - Non a caso la nostra varietà seedless si fa quasi fatica a piazzare in Italia, mentre è molto richiesta in Belgio e Germania”.

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