Uva da tavola, pericolo prezzi

Marrocco (Mof di Fondi): «Valori già più bassi del 20% sul 2019»

Uva da tavola, pericolo prezzi
Una prima parte di campagna poco incoraggiante per l’uva da tavola meridionale, con prezzi all’ingrosso mediamente bassi in confronto ad altre annate. 

“Malgrado siamo solo nella fase iniziale della campagna, le quotazioni medie sono già inferiori di almeno 40 centesimi di euro il chilo (-20% circa) rispetto allo stesso periodo del 2019”, spiega a Italiafruit News Luciano Marrocco, socio della ditta Marocco & Fabrizio srl, azienda grossista che opera presso il Mercato ortofrutticolo di Fondi (stand B1).



Questa settimana i valori medi, come osserva l’operatore laziale, stanno oscillando dai 1,6-1,7 euro il chilo del prodotto extra ai 1,2-1,3 euro di quello standard. “Si tratta di prezzi un po’ bassi per il periodo: la richiesta è scarsa mentre l’offerta è consistente. Le produzioni di Sicilia e Puglia si stanno quindi accavallando tra loro”.

“Il prodotto di alta qualità e pezzatura non manca - prosegue Marrocco - ma notiamo anche tanta uva verde con scarse caratteristiche di colore, che sta purtroppo intasando i mercati. La partenza di questa campagna non è dunque incoraggiante e, ovviamente, speriamo tutti in una ripresa”.



Focalizzando l’attenzione sulle drupacee, Marrocco riferisce che la campagna di albicocche e nettarine sta invece proseguendo con buoni risultati per la ditta. “Per le pesche, dopo 15 giorni di scarse richieste, ieri (giovedì 30 luglio) abbiamo finalmente lavorato bene. Anche il melone retato sembra essersi ripreso, mentre l’anguria continua a faticare. In ogni posteggio del Mof, abbiamo tutti 2-3 pedane di cocomeri da piazzare. Questo non è un buon segno”.

Per quando riguarda infine il pomodoro, da due mesi in grave difficoltà, “mi immagino che a partire dalla prossima settimana potrà verificarsi un lieve incremento dei prezzi della merce extra. Da mercoledì 29, infatti, sta diventando difficile trovare ciliegini, datterini e piccadilly di altissima qualità”, conclude Marrocco.



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