«Fosfiti, bene la norma salva bio»

«Fosfiti, bene la norma salva bio»
“Non possiamo che essere soddisfatti per l’approvazione della norma salva bio che consentirà di evitare che volumi consistenti di prodotti coltivati con il metodo biologico subiscano una iniqua decertificazione, per carenza di parametri normativi che tengano conto della presenza naturale di acido fosforoso nei terreni di origine vulcanica”. Così il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri commenta l’approvazione dell’emendamento al Decreto Semplificazioni, approvato dal Senato, che aggiorna la normativa per le colture arboree situate in terreni di origine vulcanica, relativamente ai limiti massimi di residui di acido fosforoso. 

“Questo emendamento - prosegue Mercuri - è stato proposto dall’Alleanza in seguito alle segnalazioni di alcune cooperative, in particolare del Viterbese, che hanno evidenziato la necessità di elevare la soglia per le produzioni delle zone vulcaniche, che presentano di fatto una più elevata concentrazione naturale di minerali che sembrerebbero indurre, in particolare nella frutta a guscio, livelli di acido fosforico più elevati di quanto previsto nel Dm sulle contaminazioni accidentali”.

“Ringraziamo il Ministero delle politiche agricole e il parlamento, con il quale l’Alleanza ha avuto una preziosa interlocuzione e che ha consentito di arrivare alla stesura e all’approvazione dell’emendamento. Da oggi il superamento dei limiti di acido fosforoso non penalizzerà in maniera automatica nocciole, frutta secca e tanti altri prodotti di eccellenza, negando loro la possibilità di fregiarsi del marchio bio e arrecando inevitabili danni economici a molte aziende e cooperative che operano in zone di origine vulcanica”. 

“Attenzione - conclude Mercuri - la novità introdotta non va certo nella direzione di avallare produttori che espletano trattamenti non ammessi. L’emendamento prevede infatti che la certificazione bio venga perduta in tutti quei casi in cui sia accertato da parte dell'organismo di controllo che la contaminazione non è in alcun modo attribuibile alla natura del suolo”. 

Fonte: Alleanza Cooperative Agroalimentari