«Pere e cimici, non cantiamo vittoria»

Aldrovandi: «Difendiamo la pericoltura, sostegno alla produzione»

«Pere e cimici, non cantiamo vittoria»
La strada della campagna pericola italiana si sta rivelando piuttosto accidentata. La maculatura bruna ha complicato il lavoro dei produttori e ora la speranza è di recuperare il possibile sul fronte commerciale. Ma non sarà facile. La pericoltura italiana, come spiega Adriano Aldrovandi, presidente del Consorzio di valorizzazione e tutela della Pera Igp dell’Emilia-Romagna, ha bisogno di sostegno.



Dopo un 2019 disastroso per la pericoltura italiana ci si aspettava un 2020 di riscossa. Le felici previsioni, però, sono state rovinate dalla maculatura bruna. Che effetti sta avendo?
Il problema della maculatura bruna quest’anno sta drammaticamente colpendo la produzione di pera Abate ed anche altre varietà. Ma soprattutto Abate. Il danno da maculatura bruna non è ancora quantificabile con precisione ad oggi, considerando che sono appena terminate le raccolte. Cso Italy sta facendo una indagine approfondita sui danni da maculatura in termini di mancata produzione e relativo danno economico. Questi dati saranno molto importanti per avere il quadro chiaro della situazione.

Il problema cimice è sotto controllo in questa campagna?
Quest’anno, per fattori climatici meno favorevoli allo sviluppo della cimice asiatica, la pressione del fitofago si è sentita di meno. Certamente non si deve cantare vittoria, anzi, bisogna approfondire la conoscenza di questo insetto e, sia Ministero che Regione Emilia-Romagna hanno messo in campo importanti finanziamenti a sostegno della ricerca che è fondamentale.

Camen e Santa Maria, le varietà più recenti inserite nel disciplinare, che performance hanno?
Carmen e Santa Maria sono varietà precoci, disponibili sul mercato nel periodo di piena estate che quest’anno si è trovato con minore offerta di frutta estiva, in particolare pesche e nettarine ma anche albicocche e susine. L’apprezzamento dei consumatori è buono. Si tratta di varietà fresche, con buccia sottile, dissetanti, belle da vedere. Sul piano commerciale le quotazioni sono discrete e solo lievemente inferiori al 2019, che è stata un’annata con scarsissima produzione e prezzi unitari elevati.



Che previsioni avete per le varietà autunnali?
È difficile avanzare previsioni con un’annata come questa. Certamente i volumi commercializzabili saranno ridotti, il prezzo non potrà compensare la mancanza di offerta. Sarà un’annata di sofferenza anche questa e perciò sarà urgentissima la risposta delle istituzioni in chiave di sostegno, perchè è a rischio la pericoltura italiana.

Sotto il profilo della valorizzazione che tipo di strategia seguirete?
Il Consorzio Pera dell’Emilia-Romagna Igp è capofila italiano del progetto Dop e Igp, un progetto multiprodotto e multipaese che sta giungendo alla fine della terza annualità. Le attività previste sono molto incentrate sulla comunicazione di prodotto attraverso social e web, facendo ampio riferimento al legame con il territorio d’origine.
Erano previsti road show sul territorio per rendere visibile l’unicità di una terra produttiva come l’Emilia-Romagna che per la pera vede Modena, Ferrara e Bologna oltre che Reggio Emilia e Ravenna, come capitali produttive addirittura europee.



Come ringiovanire la platea dei consumatori della pera?
Bisogna trovare il linguaggio giusto per raggiungere una platea giovane di consumatori e adottare gli strumenti più efficaci per quel target. Strumenti che sicuramente passano dai social, nello specifico quelli a target giovanile, e dagli influencer che dettano legge sulle scelte di cibo sui social, in particolare su Instagram. È chiaro che interventi che vadano ad ampliare il target di consumo richiedono investimenti importanti e obiettivi condivisi. Oggi, comunque, la priorità è il sostegno alla produzione se non vogliamo perdere la pericoltura dell’Emilia-Romagna che è anche la pericoltura italiana.

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