«Clementine, non intasare i mercati coi piccoli calibri»

Massaccesi (Oro della Terra): «Raccogliere solo il prodotto commercializzabile. Benefici per tutti»

«Clementine, non intasare i mercati coi piccoli calibri»
Le clementine non mancano. A mancare, tutt'al più, sono gli agrumi di calibro maggiore: l'abbondante produzione di piccola pezzatura non piace ai mercati e il rischio è quello di avere prezzi bassi. Dalla provincia di Taranto a quella di Cosenza, dove si trova la maggior parte degli impianti, la musica è più o meno la stessa, come spiega a Italiafruit News Virgilio Massaccesi, della direzione commerciale della Ortenzi, l'azienda di Macerata che selezione e distribuisce ortofrutta col brand Oro della Terra.

"Stiamo entrando nel pieno della campagna delle clementine italiane con una produzione abbondante ma che presenta criticità sul calibro dei frutti ed un ritardo di maturazione accentuato dal gran caldo di questi giorni - argomenta il manager - Se a questo aggiungiamo il modesto livello qualitativo delle produzioni precoci e lo scarso interesse da parte dei consumatori, frastornati ed impauriti dall’impatto sanitario ed economico della pandemìa, si ha un quadro poco rassicurante della situazione".

Da un sopralluogo nei principali areali produttivi, Massaccesi ha potuto verificare le prime stime, che "parlano di un 60/70% di clementine di calibro con dimensione inferiore al 4 (50/54 mm), frutti che difficilmente troveranno collocazione sul mercato con evidenti contraccolpi sui prezzi pagati ai produttori".



Che fare? "In questa situazione gli agricoltori dovrebbero lasciare sugli alberi i frutti più piccoli e provvedere a raccogliere solo il prodotto commercializzabile - risponde Massaccesi - ne trarrebbero un doppio beneficio, diminuzione dei costi di raccolta e maggior valore della produzione per i calibri commerciali. Tutto questo invece non avviene, si raccoglie tutto e si intasano i mercati con l’effetto di deprimere i listini anche per le clementine buone".

Complice anche un clima ancora caldo per il periodo, l'esordio delle clementine non è stato dei migliori. "Mi aspetto a giorni le solite prese di posizione di qualche organizzazione di categoria che annuncerà sui media l’ennesima vessazione subita dalla produzione con prezzi che, dal campo alla tavola, lievitano di dieci volte, con conseguente sdegno dell’opinione pubblica e ulteriore danno di immagine all’intero settore. Questi signori non hanno ancora capito che, pur essendo su un’altra nave, navigano però nelle stesse acque e non conviene a nessuno agitarle - conclude Virgilio Massaccesi - Anzi, sarebbe opportuno comunicare al consumatore lo stato dei fatti, in modo da renderlo partecipe delle difficoltà ed aiutarlo ad acquistare consapevolmente".

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