Dalla lenticchia d'acqua un concime organico sostenibile

La sperimentazione avviata dall’azienda Cammelli (Firenze) prevede l’utilizzo di digestato

Dalla lenticchia d'acqua un concime organico sostenibile
Parte dalla lenticchia d'acqua (Lemna minor) il progetto di sperimentazione Diletta presso l’azienda agricola Cammelli di Firenze, specializzata in coltivazione idroponica (clicca qui per approfondire).
Perfettamente sostenibile l’obiettivo del programma, che vuole trasformare in risorse due criticità del settore agricolo: la produzione di digestato come sottoprodotto degli impianti di biogas e la capacità di proliferazione di specie infestanti.

“Il progetto è partito per caso da una mia idea a cui hanno collaborato i soci dell’azienda – spiega a Italiafruit News l’agronomo Federico Daddi – abbiamo notato la presenza della lemna nelle vasche che utilizziamo per il floating system di basilico e insalata. Apparsa prima su poche vasche, la piantina si è rapidamente estesa a tutta la coltivazione. In particolare in primavera e in autunno si riproduceva molto velocemente e per noi iniziava a rappresentare un problema. Allora abbiamo iniziato a fare ricerche su internet, trovando diversi materiali interessanti: la pianta era già conosciuta per la sua velocità di accrescimento, oltre ad essere utilizzata nei Paesi asiatici per depurare l’acqua”.


Lenticchia d'acqua

E continua: “Da lì abbiamo iniziato a coltivarla volontariamente per caratterizzarla da un punto di vista chimico e capire i suoi possibili utilizzi. Il nostro scopo è produrre dalla lemna un concime organico con un importante apporto di azoto. La pianta potrà inoltre essere utilizzata come mangime per gli animali oppure per depurare l’acqua grazie alla sua capacità di assorbire i metalli pesanti”.

E’ a questo punto del progetto che entra in gioco una risorsa perfettamente sostenibile: il digestato ovvero un prodotto di scarto. “Per coltivare la lemna non volevamo utilizzare concimi chimici – commenta l’agronomo – e, considerato che la pianta si sviluppa bene in un’acqua carica di azoto, abbiamo scelto il digestato. Questo prodotto, solitamente utilizzato per la concimazione nel periodo estivo, in inverno viene stoccato in apposite trincee. Ora ne usiamo una quantità minima su 15 vasche ma in futuro il suo utilizzo potrebbe rappresentare un vantaggio rispetto alle difficili operazioni di stoccaggio”.

Il progetto, ancora nella sua fase iniziale, sta studiando la capacità della lemna di replicarsi e aumentare la sua biomassa. “Siamo alla ricerca della diluzione ottimale del digestato nelle vasche - sottolinea Daddi – siamo partiti dall’acqua pulita, per aggiungere percentuali crescenti di digestato”.


Lenticchia d'acqua

L’iniziativa si poggia sulla collaborazione con i fondi della Fondazione CR Firenze, con il Dipartimento di scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali dell’università di Firenze e con la società agricola Rivalta energia.

“Come azienda ci limitiamo a fornire un supporto logistico garantendo i nostri spazi e la disponibilità pratica – conclude l’agronomo – mentre dall’università si sono attivati per cercare fondi e analizzare i dati raccolti. Il progetto diventerà anche una tesi di laurea: ogni settimana un tesista si reca in azienda a raccogliere tutte le informazioni utili per realizzare uno studio dedicato e replicabile”.

In apertura le vasche contenenti Lemna Minor per la sperimentazione

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