«Ecco come ho riportato in utile Unicoop Tirreno»

Cura dimagrante e un ritorno alla vecchia filosofia di vendita: dopo 14 anni torna il segno più

«Ecco come ho riportato in utile Unicoop Tirreno»
Unicoop Tirreno rivede l'utile dopo quattordici anni di rosso. Una delle nove grandi cooperative di consumo presenti in Italia sotto l’insegna Coop prevede di chiudere il 2020 con il segno più: un piccolo utile di 175mila euro che segna un'inversione di tendenza. E per esemplificare il cambio di strategia che ha portato questo risultato, il direttore generale Piero Canova ha spiegato al quotidiano La Repubblica: "Abbiamo cercato di tornare alle radici di una coop nata nel dopoguerra come esercizio proletario destinato ad assicurare vantaggio economico ai soci nella spesa alimentare. Basta l'ipermercato che vende di tutto, televisori, bici e persino tessile, abbiamo provato a tornare a far bene il nostro lavoro, che è quello di vendere carote e scatolette di tonno di qualità e a buon prezzo, curare l'assortimento. Così siamo riusciti a rimettere in moto un motore potente, puntando sulla fidelizzazione dei clienti che ci permette di avere una quota di vendita a marchio del 38% sul totale".



Unicoop Tirreno ha fatto una cura dimagrante. Un taglio ai punti vendita (scesi da 105 a 94 store) e alle superfici, per esempio il negozio principale di Livorno è passato da 8500 a 4500 metri quadri. Anche sul fronte del personale, ha illustrato il dg, ci sono stati cambiamenti: un taglio alla direzione (da 500 a 360 addetti, da 22 a 10 dirigenti) e alla forza lavoro (da 4200 a 3800 dipendenti). "Senza un'ora di sciopero", rimarca Canova.

La catena distributiva ha poi rivisto i propri flussi logistici e ha puntato sull'efficienza energetica. "Oggi spendiamo quattro milioni in meno rispetto a quattro anni fa grazie alle misure di efficientamento nella refrigerazione e nel riscaldamento", evidenzia il direttore generale.



Efficienza nella gestione e razionalizzazione delle rete di vendita sono state le chiavi con cui anche nel 2020 si è lavorato: un anno in cui non si è potuto far leva sui consumi, in calo, visto il venir meno della componente turistica soprattutto nelle località costiere. Il fatturato è sceso dal 2016 ad oggi da 930 a 880 milioni, ma tra tagli di superfici, costi, personale e razionalizzazione della rete nel bilancio 2020 torna l'utile sullo scaffale.

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