Come aggirare il mancato fabbisogno in freddo delle piante

Il clima cambia e Biolchim punta sull'interruttore di dormienza Bluprins

Come aggirare il mancato fabbisogno in freddo delle piante
“Non ci sono più le stagioni di una volta...”. Un detto comune che i produttori ortofrutticoli vivono sulla loro pelle quotidianamente. Davanti al clima che cambia, mutano anche le risposte delle piante ai fattori ambientali e così parametri come il fabbisogno in freddo, specialmente durante gli inverni miti, vanno monitorati attentamente.



Su actinidia, vite, ciliegio e pesco, al termine di ogni ciclo vegetativo segue una fase chiamata “dormienza”. In questa fase, che inizia con la caduta foglie, il metabolismo della pianta si arresta allo scopo di sopravvivere alle condizioni sfavorevoli che caratterizzano l’inverno. Dopo aver trascorso un periodo di tempo a basse temperature ed aver soddisfatto il cosiddetto fabbisogno in freddo, un nuovo ciclo vegetativo può iniziare. Ma se le condizioni ambientali invernali non sono favorevoli, allora possono nascere dei problemi.


Fabbisogni in freddo da blibliografia, riferiti alle principali varietà coltivate

“Il mancato soddisfacimento del fabbisogno in freddo, infatti, determina nelle drupacee una scarsa differenziazione delle gemme e la formazione di fiori incompleti e sterili; mentre nell'uva da tavola e nell'actinidia una rottura delle gemme ridotta e irregolare – spiega Franco Vitali, responsabile tecnico-agronomico di Biolchim – Problematiche che possono compromettere la produzione: un basso numero di fiori è sinonimo di perdita di produzione; il germogliamento scarso e irregolare si riflette nelle difficoltà di gestione dell'impianto frutticolo; mentre nel kiwi la fioritura disforme porta a un'impollinazione non ottimale e a calibri non soddisfacenti. In ogni caso la maturazione scalare dei frutti è causa di maggiori tempi e costi di raccolta”.



E' però possibile prevenire queste problematiche: Biolchim ha sviluppato Bluprins, un interruttore di dormienza, un formulato che è una sorta di principe azzurro – da qui il nome del prodotto – che interviene dolcemente per risvegliare le piante. Come? Grazie al suo contenuto di aminoacidi, polisaccaridi e calcio, simula gli effetti del freddo e stimola la ripresa metabolica delle gemme. “Nelle drupacee – argomenta Vitali – aumenta e uniforma la fioritura, migliora l'allegagione e il calibro delle drupe. Per l'uva da tavola riduce il numero di gemme cieche, uniforma lo sviluppo dei germogli lungo il tralcio e incrementa il numero di grappoli. Infine nell'actinidia aumenta e uniforma il germogliamento, incrementa il numero di fiori per germoglio e uniforma la fioritura migliorando l'allegagione. L'etichetta del prodotto oggi indica l'utilizzo per questi frutti, ma alla luce dei cambiamenti climatici sotto gli occhi di tutti e delle performance eccellenti offerte dal prodotto, stiamo testando Bluprins anche su altre specie ed in aree dove l’accumulo di ore di freddo invernali è superiore”. Biolchim lo scorso anno ha anche lanciato Bluprins Bio, un interruttore di dormienza specifico per l'actinidia in agricoltura biologica.



Bluprins è un gel concentrato e deve essere sempre associato a Bluact, un concime fluido a elevato titolo di azoto e calcio che funge da attivatore nutrizionale dell'interruttore di dormienza. Nella tabella sottostante è possibile leggere le indicazioni per una corretta applicazione.



“Bluprins, come detto, simula l'azione del freddo e stimola l'uscita dalla dormienza stimolando i meccanismi fisiologici della pianta – ribadisce il responsabile tecnico-agronomico di Biolchim – Fornisce poi un supporto nutrizionale alle gemme e non altera l'equilibrio metabolico cellulare. Ma ci sono altri aspetti rilevanti: il prodotto ha un’ampia finestra d’impiego e non causa fitotossicità nelle epoche e nelle modalità consigliate. La sua composizione lo rende un prodotto sicuro – conclude Franco Vitali - la cui applicazione non comporta rischi per la salute dell’operatore”.

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