Spagna, frutta e verdura a rischio svendita

L'export iberico influenza i consumi in Germania: dati e analisi

Spagna, frutta e verdura a rischio svendita
Un consumo di frutta e verdura correlato alla salute, la tendenza che si stava già osservando è stata rafforzata dalla pandemia. In questo articolo riflettiamo su come il consumo di ortofrutta sia cambiato positivamente in Germania negli ultimi anni. E vedremo come ci sono stati due fattori decisivi nel miglioramento dell'alimentazione, che ha portato ad un aumento del 9% nell'assunzione giornaliera di frutta e verdura. Questi due fattori sono stati costruiti dagli agricoltori, da un lato i tedeschi che hanno incrementato la produzione locale e dall’altro gli spagnoli che hanno aumentato in maniera considerevole le loro esportazioni in Germania. Ma sorge una domanda sulla relazione commerciale tra Germania e Spagna: è un commercio equo?

1. Calcolo del consumo di ortofrutta in Germania


(Dati grafico: produzione interna tedesca - import - export - consumo)

Il consumo di un Paese si basa su una semplice operazione matematica: la propria produzione sommata alle importazioni, mentre vengono sottratte le esportazioni.
In questo grafico (vedi tabella sopra) vediamo come il consumo in Germania è cresciuto di 1milione e 53mila tonnellate negli ultimi anni (2006-2019). Tutti i dati presentati sono stati ottenuti da Qlickfresh, lo strumento di lavoro creato da Freshfel che utilizza i dati di Faostat e Intrastat.

Se scendiamo nei dettagli dei differenti prodotti e tenendo in conto l'evoluzione della popolazione tedesca negli anni che stiamo analizzando, otteniamo la seguente tabella.



Il consumo totale di frutta e verdura in Germania è passato da 129 a 140 kg pro capite all'anno. Questo dato presuppone che il consumo giornaliero sia aumentato da 354 grammi a 385 grammi giornalieri: crescita che contribuisce a migliorare l'alimentazione alemanna dal momento in cui si avvicina ai 400 grammi raccomandati dall'Organizzazione mondiale della salute.

Tutti gli ortaggi crescono, tranne l’aglio e la cipolla che rimangono praticamente stabili. Senza dubbi, per tutti gli ortaggi coltivati in serra o in campo aperto sia in Spagna, che in Olanda e Belgio e inclusi quelli di produzione tedesca, è stato determinante il fatto che l'offerta copre totalmente i 12 mesi dell'anno.

Tuttavia, le preferenze di scelta per la frutta ci segnalano come sia cambiato il nostro carrello della spesa, così come il contenuto del nostro frigo o della fruttiera che teniamo sul tavolo della cucina. Mangiamo meno mele e pere (-1,47 kg all'anno), agrumi (-1,79 kg all'anno), drupacee (-0,37 kg all'anno) e kiwi (-0,28 kg all'anno). E' invece cresciuto il consumo di meloni e angurie (+2,44% kg all'anno), di banane (+1,35 kg all'anno), di frutta esotica (+1,18 kg all'anno), bacche (+0,72 kg all'anno) e cachi (+0,60 kg all'anno).

Tra i fattori che hanno influenzato il consumo di banane c'è sicuramente il prezzo, sul quale si potrebbe iniziare un'ampia riflessione tra veri costi di produzione e di vendita. Per le angurie e i meloni, hanno influito due fattori complementari: da un lato la comparsa di angurie senza semi e l'incremento della presenza sui banchi in più mesi l'anno. I frutti esotici hanno registrato una vera e propria esplosione dei consumi, grazie ad un miglioramento varietale e della logistica estesa anche ai prodotti pronti da mangiare. I frutti rossi hanno subito un miglioramento varietale e un incremento dei mesi di offerta rispetto alla precedente limitata stagionalità. Per i cachi, è comparsa la nuova varietà spagnola Rojo brillante che, rispetto agli Sharon Fruit, ha determinato una rivoluzione del prezzo, trasformandosi in pochi anni da una specialità a un prodotto di consumo.

2. Fattori che hanno determinato il cambio del consumo

Sono stati due fattori, il cambio nella produzione interna tedesca e i nuovi contributi alle importazioni. Nel grafico seguente possiamo vedere i cambi più importanti che hanno riguardato la produzione tedesca.


(Dati grafico: lattuga, cavoli, carote ecc - pomodori, paprika, cetrioli - aglio e cipolla - 
mele e pere - bacche - drupacee)

Gli agricoltori tedeschi sono cresciuti in tutte le coltivazioni di frutta e verdura, tranne che per una leggera diminuzione per i frutti rossi e le drupacee. In generale sono passati da 3.619.000 di tonnellate a 4.576.000, per una crescita di 1 milione di tonnellate. Nonostante questa crescita, è leggermente in calo la produzione di patate.

Per quanto riguarda le importazioni, abbiamo già visto nella prima immagine che sono cambiate di poco in volume negli anni e si sono mantenute intorno agli 8 milioni e 200 tonnellate. Se scendiamo nel dettaglio dell'origine e compariamo l'evoluzione, otteniamo i seguenti grafici.


Bisogna tener conto del fatto che le importazioni da Belgio e Olanda, per circa il 50% sono riesportazioni dall'estero, prevalentemente da America e Africa. Ma è evidente che protagonista della crescita è la Spagna, che attualmente rappresenta un terzo del totale delle importazioni tedesche dirette di frutta e verdura. Detto in altre parole, circa un quarto (23,40%) del totale del consumo tedesco di frutta e verdura è rappresentato da prodotti spagnoli.

La posizione geografica della Spagna e il suo clima, il mercato unico europeo e la distanza sono stati fattori decisivi per l’aumento dei volumi delle esportazioni spagnole in Germania ed un maggiore consumo di ortofrutta nel Paese tedesco.

Se scendiamo nel dettaglio, vediamo l’evoluzione delle importazioni tedesche dalla Spagna.


(Dati grafico: totale verdura - pomodori, paprika, cetrioli, zucchine e melanzane - 
lattuga, cavoli, carote ecc - aglio e cipolla)

Solo i classici aglio e cipolla si sono mantenuti sugli stessi livelli mentre l’importazione dei restanti prodotti è cresciuta molto. Il 35% dei pomodori, peperoni, cetrioli, zucchine e melanzane presenti sugli scaffali tedeschi sono prodotti in Spagna. Per aglio e cipolla si arriva al 38%. Per gli altri ortaggi solo il 9% perchè, come è naturale, il peso della produzione tedesca è determinante.

Se analizziamo l'evoluzione della frutta, l'immagine è la seguente.


(Dati grafico: Totale frutta - agrumi, meloni e angurie -  drupacee - 
bacche - mele e pere - cachi)

Gli agrumi spagnoli sono l'84% del totale consumato in Germania e, come abbiamo già visto, hanno conosciuto una leggera diminuzione nel periodo analizzato. Le pere e le mele spagnole non giocano alcun ruolo. Tuttavia, per l'altra frutta si può vedere come tutti i prodotti hanno influito in maniera decisiva nella dieta del consumatore tedesco. Le angurie senza semi, le pesche (sia Paraguay che nettarine), i frutti rossi e il nuovo cachi Persimon si sono aggiunti in maniera armoniosa al carrello della spesa tedesco.

3. Ma è questo un commercio giusto?

Dalla parte dei produttori si, dalla parte del mercato non sempre. L'energia spagnola è stata troppe volte concentrata nella produzione più che nel marketing e questo modo di procedere ha determinato strutture commerciali deboli nel momento di gestire le relazioni con la GdoE' facile osservare come da altri Paesi per gli stessi prodotti ci sia la sensazione che saranno più cari di quelli spagnoli. La forza della distribuzione lungo tutta la catena del valore di frutta e verdura spagnola, ha determinato in più occasioni situazioni drammatiche per i produttori spagnoli.

La pressione sui prodotti dei prezzi spagnoli ha causato eccessi nei prezzi di vendita al pubblico come 1,79 euro iva inclusa per 2 kg di buone arance spagnole e, in alcune occasioni, il prezzo è sceso fino a 1,49 euro. Ma è stato più drammatico quando per le clemenules, le migliori clementine del mondo, sono arrivati ad offrire 0,99 euro al chilogrammo. Si potrebbero citare tanti altri esempi sia per la frutta che per i peperoni o i pomodori, sufficienti per forzare una riflessione tra i consumatori e alcuni responsabili acquisti. L’ ’orto spagnolo’ così vicino si basa sull'economia degli agricoltori che lavorano e vivono del loro lavoro e che, allo stesso tempo, contribuiscono in forma diretta al miglioramento della dieta della popolazione tedesca con prodotti buoni. Eppure, è come se volessimo uccidere la gallina dalle uova d'oro per i consumi della popolazione tedesca.


Paco Borras

Produzione che, come stiamo vedendo quest'anno, non si è interrotta neanche un giorno nonostante la pandemia, e che si sta preparando per seguire le direttive dell’Unione Europea per il Green Deal. Vediamo utilizzare le etichette del commercio equo ma in certi casi è un utilizzo un po’ forzato, soprattutto per alcuni Paesi.
Se riflettiamo sulla produzione spagnola e analizziamo bene quello che stiamo chiedendo in termini di standard di produzione e rispetto dei diritti umani dei lavoratori, la stragrande maggioranza della produzione spagnola dovrebbe essere definita un "Commercio Equo". Ma è possibile che ci siamo dedicati di più alla produzione di prodotti buoni e non ad aggiungere valore a ciò che produciamo attraverso nuove etichette e l'utilizzo del marketing. Pertanto, cercheremo di convincere acquirenti e consumatori tedeschi che abusare del concetto di prezzi bassi non è né giusto né buono per nessuna parte della filiera, in cui rientrano sia i produttori che i consumatori.

*Ex direttore commerciale del Gruppo Anecoop e attuale presidente del Comitato Export di Freshfel

Copyright 2021 Italiafruit News