Ingrosso, festività senza sussulti

Il punto da Firenze e Roma: frutta e agrumi così così, male l'esotico, prezzi sotto media

Ingrosso, festività senza sussulti
Festività di fine anno e inizio di 2021 sottotono nei Mercati all'ingrosso e nei Centri agroalimentari della Penisola: "Sia nel periodo prenatalizio che alla vigilia di San Silvestro, così come nei primi giorni del nuovo anno, non ci sono state corse per acquistare frutta e verdura", sottolinea dai padiglioni di Mercafir il grossista fiorentino Aurelio Baccini, rappresentante provinciale della categoria e vicepresidente nazionale di Fedago. "Il prodotto tradizionale tutto sommato ha tenuto, mentre l'esotico si è venduto poco e male, a prezzi contenuti. La chiusura dell'Horeca continua a incidere negativamente sugli affari, riducendo sensibilmente le movimentazioni". 



Scendendo nel dettaglio, Baccini evidenzia come "gli agrumi procedano a rilento, con la coda  del clementino italiano che comunque si difende abbastanza bene in attesa che entri in scena il prodotto premium spagnolo; listini mediamente bassi per le arance, con il Tarocco che ancora non è decollato. L'intera categoria si caratterizza per i calibri medio-piccoli".

In linea con gli scorsi anni la commercializzazione dei kiwi, "per i quali il fattore salubrità è importante" e senza particolari sussulti l'andamento di mele e pere. Scarso dinamismo e prezzi contenuti anche per gli ortaggi: "Il pomodoro ha poco successo, non brillano neppure melanzane, peperoni e, soprattutto, le insalate". 



Il bilancio del 2020 tuttavia - fatto salvo per le realtà grossiste che riforniscono principalmente la ristorazione - nel complesso non è negativo, puntualizza ancora Baccini: "Quel poco in più che è stato incassato a marzo ha colmato il calo di fatturato degli ultimi mesi dell'anno... Per la nostra azienda il consuntivo è in linea con quello del 2019. Come dico anche ai colleghi, il nostro settore non ha diritto di lamentarsi: ci sono categorie, tante, che stanno molto peggio di noi...".

Dal Car di Roma si fa presente che "il diminuito numero di commensali a tavola ha fatto diminuire di conseguenza la spesa media delle famiglie, che si sono orientate verso acquisti più giusti e proporzionati, senza troppi sprechi alimentari". Tuttavia, rispetto a molti altri settori, "i consumi non sono scesi di troppo rispetto agli anni passati, raggiungendo in alcune giornate valori piuttosto soddisfacenti (+10%)". 



Non è mancato l’acquisto di prodotti tradizionali del periodo e convenienti, come broccoli, carciofi, puntarelle, finocchi, insalate. Per questi e per molti altri ortaggi commercializzati all’interno del Car l’andamento climatico, favorevole per il periodo, ha determinato il rapido sviluppo delle colture, anticipandone in molti casi la raccolta e riversando sul mercato volumi di merce piuttosto consistenti. Il lockdown e la chiusura totale o parziale dei servizi Horeca e della ristorazione, in più, hanno influito di molto sui prezzi di vendita, spesso al di sotto della media stagionale. Un esempio eclatante: il broccolo romanesco ad oggi è venduto, all’ingrosso, a meno di 50 centesimi il chilo.

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