Cimice asiatica, uno sguardo sugli ultimi studi

Tutti gli approfondimenti emersi dalle Giornate fitopatologiche 2020

Cimice asiatica, uno sguardo sugli ultimi studi
Negli atti delle Giornate fitopatologiche 2020 ben dieci lavori sono stati dedicati all’Halyomorpha halys che continua a costituire una problematica particolarmente grave e che è stata affrontata sotto diversi aspetti: monitoraggi territoriali sulla diffusione del fitofago (tre lavori); esperienze di lotta biologica con lanci inondativi di un parassitoide autoctono (due lavori); valutazione in laboratorio di prodotti di sintesi (due lavori) e in semi campo con derivati naturali e bagnanti (un lavoro); valutazione dei possibili effetti derivanti dalla presenza di H. halys nel vino (un lavoro); messa a punto di protocolli sperimentali per la stima dell’attività insetticida su infestazioni artificiali (un lavoro). 

Monitoraggi sulla diffusione di Halyomorpha halys e sulla presenza di parassitizzazioni
Per quel che riguarda la progressiva diffusione della Halyomorpha halys, un primo lavoro è stato presentato dal Servizio fitosanitario della Regione Friuli Venezia Giulia che ha seguito l’evoluzione del fitofago in Friuli sulla soia nel 2016 e poi nel 2018 e nel 2019. I risultati evidenziano una significativa presenza del fitofago nel 2016 in una sola area, non molto estesa, della zona centrale della regione, con epicentro nel comune di Codroipo, e una progressiva espansione su tutto il territorio regionale negli anni 2018 e 2019.

Un primo messaggio di speranza viene invece da un lavoro del Servizio fitosanitario della Regione Friuli Venezia Giulia che ha presentato il monitoraggio condotto dal 2016. In particolare, in 19 diversi siti della regione, differenziati in due macro aree, le trappole di aggregazione hanno rilevato, dopo una costante fase di incremento delle catture, un primo rallentamento nella diffusione di H. halys in due siti nel 2018, seguito da un rallentamento più marcato in cinque località nel 2019 (Cordenons, Sedegliano in 2 aziende, Codroipo e Valvasone). Il calo, non significativo a livello statistico, ma sufficientemente marcato a livello numerico, si è principalmente concretizzato nella seconda parte dell’anno nel rilevamento delle forme giovanili, mentre non risulta apparente sugli adulti.

Nelle altre 14 realtà il monitoraggio ha invece mostrato come la diffusione del fitofago sia ancora significativamente in forte espansione, specie nelle nuove zone di insediamento. Non chiare, ma oggetto di analisi approfondite, le motivazioni di questo primo riscontro che apre le speranze per una inversione nella diffusione della cimice; diverse le ipotesi fatte, tra le quali, oltre alla verifica delle condizioni climatiche, vanno considerati i primi ritrovamenti, datati in zona nel 2018, del parassitoide alloctono Trissolcus mitsukurii. 

In questo contesto, assume quindi un particolare interesse il lavoro, condotto sempre dal Servizio fitosanitario della Regione Friuli Venezia Giulia e dal Crea Dc di Firenze, che ha presentato il monitoraggio condotto nel 2018 e nel 2019 sulla presenza di antagonisti oofagi di H. halys in un impianto biologico di actinidia (cv Jintao) a Villa D’Arco di Cordenons (Pn). Il lavoro, che è stato condotto sulle ovature di H. halys ritrovate (19 nel 2018 e 44 nel 2019), ha evidenziato una forte parassitizzazione (84%); molto alta anche la percentuale delle uova parassitizzate nelle singole ovature (87 e 88% su ovature con 26-28 uova). Il protagonista di queste parassitizzazioni è stato, con il 100% nel 2018 e il 97% nel 2019, il parassitoide alloctono Trissolcus mitsukurii. Una ovatura è stata parassitizzata da Acroclisoides sinicus, imenottero pteromalidae di origine asiatica con comportamenti apparentemente da iper-parassitoide. Non sono invece stati osservati parassitoidi autoctoni come, ad esempio, Anastatus bifasciatus.

Esperienze di lotta biologica con lanci inondativi di un parassitoide autoctono
Due lavori, molto curati da un punto di vista metodologico e condotti con grande competenza e con un grosso sforzo organizzativo, hanno testato la possibilità di poter applicare nella difesa da Halyomorpha halys la lotta biologica con lanci inondativi di un antagonista nativo naturale: Anastatus bifasciatus

I lavori presentati sono stati realizzati dal Servizio fitosanitario della Regione Friuli Venezia Giulia con la Cooperativa frutticoltori friuliani di Splimbergo (Pn) e dal Dipartimento di Scienze della vita, Centro Biogest-Siteia, dell’Università di Modena e Reggio Emilia che ha operato con il Consorzio fitosanitario provinciale di Modena, il centro di saggio Astra di Tebano (Ra), il Crpv di Cesena e il Servizio fitosanitario della Regione Emilia Romagna. In alcuni casi nelle aree oggetto dei lanci inondativi è stato osservato un lieve incremento della parassitizzazione da parte di A. bifasciatus, ma complessivamente gli autori ritengono che la metodologia utilizzata non sia sufficiente per garantire una riduzione significativa delle popolazioni di Halyomorpha halys.

Valutazione in laboratorio e in semi campo 
Il Distal dell’Università di Bologna ha presentato due lavori condotti in laboratorio per valutare l’attività di alcune sostanze nei confronti H. halys.
In uno è stata presa in esame l’attività residuale del triflumuron su stadi giovanili di H. halys. Contrariamente a quanto è stato sino ad ora osservato sulla maggior parte delle sostanze attive impiegate nella difesa da H. halys, il lavoro presentato ha mostrato un’attività residuale del triflumuron con una mortalità complessiva di circa l’80% sulle forme giovanili esposte a un residuo di prodotti fitosanitari fino a 21 giorni successivi all’applicazione.

In un secondo lavoro è stata verificata la mortalità e gli effetti sull’alimentazione di sulfoxaflor, nei confronti da H. halys, a confronto con un testimone e con deltametrina, che è stata impiegata come standard di confronto. In laboratorio, attraverso immersione di individui di H. halys, è stata impiegata la concentrazione di sulfoxaflor utilizzata in pieno campo; tale dose si è dimostrata ampiamente sufficiente per uccidere le ninfe, mentre nei confronti degli gli adulti la mortalità è stata dell’80%. Per quel che riguarda gli effetti sull’attività trofica gli adulti esposti a sulfoxaflor hanno manifestato una riduzione significativa delle punture di H. halys su frutti esposti, rispetto alla deltametrina che ha comunque avuto un grado d’azione che si è differenziato rispetto al testimone.

Un lavoro, condotto dal Centro studi Agrea e dall’Università di Verona, ha invece presentato i dati di prove di semi-campo e di laboratorio sull’impiego di prodotti naturali e sugli effetti derivanti dall’uso di bagnanti nei confronti di H. halys. Il target delle prove sono state neanidi di III età del fitofago, mentre come standard di riferimento è stato impiegato l’acetamiprid che ha fornito risultati pari al 100% di mortalità. Il piretro naturale ha fatto registrare risultati piuttosto bassi così come la sua miscela con olio minerale, l’olio minerale da solo e il caolino. Positivi i risultati derivanti dall’impiego del piretro con il bagnante eptametiltrisilossano e di quest’ultimo da solo. Da meglio approfondire l’attività della zeolite cubana, per la quale deve essere meglio tarata la dose di impiego. Risultati interessanti anche per un nuovo prodotto a base di sapone molle di potassio.

Sono stati inoltre valutati anche altri bagnanti: la lecitina e la maltodestrina, ma non hanno fornito riscontri positivi. Per quel che riguarda l’eptametiltrisilossano è ora da meglio definire il meccanismo d’azione e devono essere superati i problemi registrativi essendo disponibile, al momento della pubblicazione degli atti, un solo formulato autorizzato su frutticole ed impiegabile esclusivamente come bagnante. Risultati quindi preliminari, ma molto interessanti e che dovranno essere ulteriormente approfonditi.

Valutazione dei possibili effetti derivanti dalla presenza di H. halys nel vino  
Negli ultimi anni H. halys sta sempre più infestando anche i vigneti. Al momento non sono stati accertati danni importanti sulle produzioni, ma grandi preoccupazioni erano legate alle possibili interferenze negative sulla qualità del vino.

A tale proposito è stato quindi presentato un lavoro, condotto dal Servizio fitosanitario della Regione Friuli Venezia Giulia, dal dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dal Centro di Ricerca Interdipartimentale per il miglioramento e la valorizzazione delle risorse biologiche agro-alimentari Biogest – Siteia dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dai Vivai cooperativi Rauscedo. Le prove di micro-vinificazione condotte su uve contenenti alte quantità di cimici hanno dimostrato che nei vini non sono ritrovabili le sostanze responsabili degli odori sgradevoli rilasciate dalle cimici. Al momento gli autori ritengono quindi che gli attuali livelli di popolazione di H. halys presenti in Friuli non possano creare alterazioni negative nel processo di vinificazione e nel profilo aromatico dei vini ottenuti.

Messa a punto di protocolli sperimentali per la stima dell’attività insetticida su infestazioni artificiali
La valutazione dell’attività degli insetticidi nei confronti di H. halys è molto complessa e non sempre di facile realizzazione. Per questo è stato quindi presentato un lavoro, da parte del centro di saggio Astra e dal Distal dell’Università di Bologna, in cui è stata presentata una metodologia sperimentale da impiegare in prove di semi campo. La metodologia, presentata su un caso studio per la valutazione su actinidia di tre sostanze attive, fornisce indicazioni per progettare protocolli sperimentali da applicare in modo complementare alle prove di pieno campo e da realizzare su infestazioni naturali per acquisire una più dettagliata conoscenza delle modalità d’azione delle sostanze attive saggiate, attraverso infestazioni artificiali.

Queste alcune analisi sintetiche e soggettive, per una lettura più completa dei lavori si invita ad acquisire gli atti prendendo contatto direttamente con la segreteria organizzativa delle Giornate fitopatologiche al seguente indirizzo email: giornatefitopatologiche@unibo.it.