Patate, quando la proposta è arcobaleno

Perle della Tuscia ha sviluppato le varietà colorate: mercato frizzante

Patate, quando la proposta è arcobaleno
Patate dalla pasta blu, rossa e viola sono prodotte e commercializzate dall’azienda agricola Perle della Tuscia di Grotte di Castro (Viterbo). Questi tuberi così particolari sono il frutto della ricerca varietale portata avanti da anni da Roberta Mazziantonio.

“Le patate colorate sono sempre state la mia passione – spiega l'imprenditrice a Italiafruit News – avevo conosciuto inizialmente le Lady Viola Vitelotte in un’azienda francese che aveva conservato i semi. E’ un tubero antico, molto particolare: si tratta di patate che non sono state manipolate dall’uomo e il loro gusto è molto forte, quasi di terra, che non a tutti può piacere”.
E continua: “La Lady Vitelotta è la punta di diamante con cui ho iniziato il percorso di riscoperta delle patate del ceppo andino, a cui sono seguite le patate Delizia blu, le patate Cuore rosso, le Doppia delizia e le Ratte. Questi tuberi devono la loro particolare colorazione naturale agli antociani, degli antiossidanti naturali di cui sono ricche”.

Patate Cuore rosso

Estesa per 15 ettari e baciata dal microclima del lago di Bolsena, l’azienda produce e commercializza anche una piccola parte di patate a pasta gialla oltre ai legumi tipici come il fagiolo del purgatorio bianco e nero, i ceci neri, fagioli bruni amarantini dei Volsini, fagioli tondini neri, lenticchia nera, ceci neri, granella di Quinoa. “Per il fagiolo del purgatorio abbiamo creato una comunità per la promozione e la valorizzazione e ci aspettiamo che anche Slow Food riconosca i nostri sforzi, in modo da aprirci anche al mercato estero” dice la produttrice.


Fagiolo tondino del purgatorio

Sia le patate che i legumi sono raccolti a mano, in modo da evitare i danni meccanici ai prodotti e per limitare l’impatto sull’ambiente. Anche la conservazione post raccolta strizza l’occhio all’ambiente grazie a tecniche naturali che escludono componenti chimiche: “I legumi li sterilizziamo a 30 gradi sotto zero mentre le patate le trattiamo con olio di menta”, specifica Mazziantonio.


Patate ratte

Per la distribuzione dei prodotti l’azienda ha sviluppato la società commerciale Agr srl, che riunisce anche i prodotti arrivati dai fornitori della zona. “Preferiamo avere pochi articoli ma di qualità, altrimenti non riusciremmo a seguire bene l’approvvigionamento – commenta Roberta – curo personalmente i prodotti della Tuscia con l’obiettivo di farli conoscere anche fuori, poi collaboriamo con aziende del centro Italia, anche per i prodotti biologici. Per esempio la lenticchia di Onano ci arriva tramite contratti di coltivazione con agricoltori della zona, così come i fagioli amarantini, i ceci del solco dritto, i ceci croccanti, la lenticchia della Tuscia e le patate a pasta gialla dell’alto viterbese”.


Ceci neri

I prodotti sono poi commercializzati su diversi canali: Horeca, dettaglianti, Gdo soprattutto al nord Italia e piattaforme online; mentre arriverà a breve l’e-commerce aziendale.
“All’inizio le patate colorate erano completamente sconosciute e abbiamo dovuto fare un intenso lavoro di promozione perché non hanno la stessa capacità di vendita delle patate classiche – sottolinea la produttrice – poi sono arrivate buone soddisfazioni e negli ultimi anni le patate viola si sono molto diffuse sul mercato, per cui ci siamo spostati verso clienti specializzati per questa tipologia di prodotto come aziende di produzione di gnocchi e in generale aziende di eccellenza”.
“L’importante è sempre saper valorizzare il prodotto, soprattutto al banco del supermercato dove la scelta è amplia – specifica – noi lo abbiamo fatto con un packaging ad hoc a cui abbiamo unito un ricettario per utilizzare le nostre patate dall’antipasto al dolce. Se nell’ultimo anno il canale dell’Horeca si è fermato, abbiamo potuto contare sulle vendite in Gdo e online”. 


Patate Delizia Blu

E conclude: “Teniamo tantissimo alle nostre patate andine, le consideriamo una vera miniera di biodiversità. E’ importante coltivarle nel nostro territorio, che per 60 anni è stato dominato solo da monocolture. L’approccio alla biodiversità è l’unico che garantisce una corretta alimentazione e aiuta a preservare il pianeta”.

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