Frutta, chi scricchiola e chi gode

Ecco l'andamento delle vendite in Gdo per i principali prodotti

Frutta, chi scricchiola e chi gode
Confronti obbligati e confronti viziati dall'effetto pandemia. Capire come è partito l'anno non è affatto scontato: alcuni prodotti frutticoli nei primi mesi del 2021 hanno mostrato andamenti in linea con il 2020, altri, invece, hanno avuto un'inversione di rotta sul fronte delle vendite nella distribuzione moderna. Il tutto è stato ovviamente forzato dalla scia della pandemia dell’anno precedente e da un inizio di controcifra alla fine del mese di febbraio.

Come mostrato nell’ultima uscita dell'Ortofrutta in Cifre (clicca per leggere l’articolo), la frutta nel 2020 ha perso chili rispetto all’anno precedente (-1,6%) e la situazione non è andata migliorando nei primi mesi dell’anno (gennaio -1,9%, febbraio -6%). Tuttavia, l’indotto per la frutta è stato positivo nell’anno passato (+6,4%), evidenziando una crescita sostanziosa del mix prezzi (+8,1 punti), ma con l’inizio del 2021 anche le vendite a valore hanno iniziato a scricchiolare (gennaio -1,2%, febbraio -4,4%).

Mele, banane, arance, limoni, uva e fragole

Cerchiamo di capire un po' meglio l’andamento generale del comparto frutticolo, con le performance di alcuni dei prodotti più importanti, concentrandoci su quelli maggiormente destagionalizzati o che abbiano almeno una sufficiente quota di vendite nei primi mesi dell’anno, per il confronto 2020 rispetto a gennaio-febbraio 2021 (quindi, ad esempio, escluderemo per ora i prodotti estivi come pesche e nettarine).



Partiamo ovviamente dalle mele, grandi protagoniste nel 2020 con crescite a due cifre nelle vendite a valore (+13%), ma in calando nei mesi a seguire (gennaio +1%, febbraio -4%). A volume i trend sono molto più contenuti nel 2020 (+3%) e peggiorativi nel 2021 (-2%, -12%) evidenziando come le mele siano state vendute con prezzi decisamente in crescita negli ultimi 14 mesi.

Passando alle banane si nota un sostanziale stallo sia a valore che a volume nel 2020, con una performance in peggioramento nel 2021. Per questo prodotto le chiusure delle scuole, ed il conseguente ridimensionamento del consumo come “merenda” o snack, si sono nettamente fatti sentire.


 
Per gli agrumi più venduti, come arance e limoni, il 2020 è stato probabilmente uno degli anni migliori, con crescite a doppia cifra a valore (rispettivamente +19% e +12%) e di tutto rispetto a volume (+9% e +3%). Purtroppo il 2021 è stato un calando di vendite soprattutto per le arance, arrivate a un -12% in meno a chili.



Chiudiamo la prima tranche di prodotti con l’analisi per uva e fragole. Nel caso dell’uva, siamo davanti ad uno dei prodotti rivelazione: un 2020 da incorniciare (+20% a valore e +15% a volume) e un inizio 2021 non da meno (+15% e +7% a gennaio, +26% e +20% a febbraio). La ricerca di soddisfazione e una buona conservabilità sono state le chiavi di successo per questo prodotto. Di contro, troviamo un altro prodotto da acquisto d’impulso che ha pagato la scarsa conservabilità: le fragole. Tutti sappiamo come sia stato un 2020 non troppo brillante per questa referenza (-1% a valore e -9% a volume), ed il 2021 non si sta rivelando troppo clemente, almeno fino a febbraio.

Clementine-mandarini, pere, kiwi, esotico e ananas

Chiudiamo con un’analisi veloce su altre cinque interessanti categorie che negli ultimi 14 mesi hanno mostrato alti e bassi. Ad esempio clementine e mandarini hanno avuto volumi in perdita nel 2020, ma con vendite a valore in positivo grazie all’aumento del mix prezzi; nel 2021 valori a picco e volumi ballerini.

Nelle pere, invece, trend contenuti a valore e un 2021 all’insegna del “calo prezzi” con vendite a volume in doppia cifra e a valore debolmente positivi.



Ma c'è anche qualche buona notizia, come le vendite di kiwi che possono essere considerate un “caso di studio”. Le vendite a valore per il 2020 sono cresciute di ben 25 punti, mantenendo trend simili anche nei primi mesi del 2021. Per questa categoria il traino del “salutismo” è stato fortissimo negli ultimi 14 mesi, soprattutto per la tipologia a polpa gialla, che contiene – ormai è risaputo – una quantità di vitamina C da record.



Ma non dimentichiamo la frutta esotica. Fino al 2019 mostrava performance un po’ appannate rispetto alle crescite degli anni prima. Nel 2020 la ripresa, confermata con maggiore forza nel 2021. Tra la frutta esotica escludiamo l’ananas, perché ormai considerato una categoria a sé per la quota di vendute sviluppate. Come sappiamo, la maggior parte dei ristoranti propone(va) ananas nei dessert, come frutta. Spesso quasi solo quella. Per cui si pensava che con la chiusura dell’Horeca l’ananas avesse un’impennata di richiesta. Invece? Il contrario: un 2020 in perdita (-10% a valore e -12% a volume), ma con segnali di netta ripresa nel 2021 e trend nettamente positivi. Che le persone si siano ricordate di quando lo mangiavano al ristorante?

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