BUONA QUALITÀ PER L'UVA DA TAVOLA MA LA DOMANDA VA A RILENTO ...CON GIACOMO SUGLIA - PRESIDENTE APEO E VICE PRESIDENTE FRUITIMPRESE

BUONA QUALITÀ PER L'UVA DA TAVOLA MA LA DOMANDA VA A RILENTO ...CON GIACOMO SUGLIA - PRESIDENTE APEO E VICE PRESIDENTE FRUITIMPRESE
Marzocchi – Presidente, l'uva da tavola pugliese quest'anno sta vivendo una stagione anomala soprattutto dal punto di vista climatico. Attualmente qual è il bilancio della campagna e quali sono le previsione per i prossimi mesi?

Suglia – La situazione dell'uva da tavola dal punto di vista della qualità è buona, abbiamo molto prodotto in campo che non è ancora stato raccolto. Durante la prima settimana di novembre dovremmo essere attorno al 25-30%, invece ora abbiamo ancora in campagna circa il 40% di prodotto a causa di una domanda molto lenta.
Se il clima proseguirà con temperature miti e senza particolari perturbazioni, probabilmente continueremo ad avere prodotto fino alla fine di novembre inizio di dicembre. Ciò significa poter garantire al consumatore uva da tavola qualitativamente migliore, perché appena raccolta arriverà nei banchi dei supermercati sempre fresca.
Quest'anno comunque, nonostante il maltempo che ha caratterizzato la primavera e l'ondata che ad ottobre ha colpito soprattutto la provincia di Taranto, abbiamo un prodotto qualitativamente buono. I volumi commercializzabili sono sostanzialmente in linea con gli anni passati poiché l'aumento produttivo che avevamo all'inizio è stato compensato dal calo dovuto alle avversità atmosferiche. Inoltre, è stata confermata la tendenza dei mercati dove si è mantenuta sostenuta la richiesta di uve apirene, a fronte però di prezzi troppo bassi per i nostri produttori che hanno costi produttivi superiori ai paesi concorrenti, come Spagna e Grecia. Sarà necessario in futuro potergli garantire un prezzo di vendita più alto. Sul fronte dei prezzi, in generale, rileviamo una situazione problematica diffusa: le quotazioni alla produzione sono piuttosto basse, a cui si aggiungono costi di lavorazione, confezione, imballaggio e trasporto in aumento.
Il problema principale, comunque, resta la scarsa domanda sia sui mercati esteri che in Italia. Adesso la campagna di commercializzazione sta proseguendo a stenti, e speriamo che di qui alla fine dell'anno si possa osservare un risveglio dei consumi anche grazie all'avvicinarsi del periodo natalizio dove tendenzialmente si riaccendono gli acquisti incentivati dalla tradizione di mangiare uva in questo periodo, diffusa sia in Italia sia in Europa.

Marzocchi – Nelle ultime settimane si è discusso molto dei problemi legati al comparto dell'uva pugliese, in particolare alla competizione con il prodotto straniero. Com'è la situazione dal suo punto vista? Quali sono i reali problemi del settore?

Suglia – Per quanto riguarda il Brasile, vorrei precisare che fino alle prime settimane di settembre, siamo stati noi a spedire il nostro prodotto a loro. Attualmente stanno iniziando il raccolto dell'uva da tavola brasiliana. La vera importazione in Europa dell'uva da tavola avviene soprattutto nel primo semestre dell'anno, quando noi non abbiamo prodotto.
Per quanto riguarda la situazione di mercato, sembra che ci sia un interesse da parte degli spagnoli per la nostra uva Italia e uva Red Globe, e mi auguro che con l'andare del tempo possa aumentare.
Nella competizione con il prodotto straniero, purtroppo devo confermare quanto già detto in altre occasioni: i problemi sono legati alla eccessiva burocrazia, ai costi sempre in ascesa e alla mancanza del senso "collettivo" fra noi operatori nella formulazione dei prezzi con i nostri interlocutori. A questo si aggiunge una difficoltà economica in crescendo. Ovviamente questo discorso non riguarda solo l'articolo uva da tavola, ma è esteso a tutte le produzioni e servizi ad essi collegati.


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