FRAGOLE: SCENARIO GLOBALE E NAZIONALE, PRODUZIONE, EXPORT, FOCUS SUI CONSUMI

FRAGOLE: SCENARIO GLOBALE E NAZIONALE, PRODUZIONE, EXPORT, FOCUS SUI CONSUMI
La fragola, che rientra nella più ampia categoria dei piccoli frutti (berries), è uno dei prodotti ortofrutticoli che gode delle più alte aspettative sugli incrementi di consumo procapite a livello globale. Tra i leader di produzione, secondo i dati FAO 2012, troviamo al primo posto gli USA con il 30% di quota e circa 1.300.000 tonnellate, mentre il secondo posto se lo aggiudica la Turchia con il 7%. Terzo posto per la Spagna con il 6%, seguono l'Egitto e il Messico che dall'inizio del millennio hanno intrapreso incrementi galoppanti di produzione.L'Italia è fuori dalla top 10, scalzata da paesi emergenti e penalizzata dall'erosione continua delle quantità prodotte. Da sottolineare che secondo i dati del Governo cinese, in realtà la prima posizione sarebbe da riservare alla Cina stessa (che la FAO non rileva per il prodotto fragola) con circa 1.500.000 tonnellate di produzione.

La situazione italiana

Trend anomalo per le fragole, uno dei pochi frutti a distinguersi dalla massa. Anomalo e anche controcorrente: bene, anzi molto bene, dal punto di vista dei consumi a volume ma d'altro canto si evidenzia una forte riduzione strutturale delle produzioni, seguita dalle superfici investite e dall'export.





L'erosione delle produzioni

Stando ai dati ISTAT, nel 2013 si sono prodotte circa 110.000 tonnellate di fragole in Italia, 44.000 in campo aperto e 66.000 in serra, con una forte riduzione dal 2011 di quest'ultima. Dal punto di vista della struttura, dal 2000 ad oggi la produzione sembra essere stata quasi dimezzata (da 200.000 a 110.000 tonnellate). In questo lasso di tempo si sono potuti osservare due trend: la produzione in serra crescente fino al 2011 seguita da un forte calo nell ultimo biennio e la produzione in campo aperto con un forte decremento nei primi anni 2000 seguito da un'erosione delle produzioni abbastanza lineare.





Giù l'export e su l'import
A supporto della crescita dei consumi interni e del calo delle produzioni, come è logico immaginare, negli ultimi 6 anni si è potuto osservare un lieve decremento nell'export e un più marcato aumento nell'import.
Nel 2013, sempre secondo la stima ISTAT basata sui primi 11 mesi dell'anno, l'Italia ha esportato circa 17.000 tonnellate di fragole e ne ha importate oltre 36.000 tonnellate, rimarcando sempre più nel tempo una bilancia commerciale negativa. L'export di fragole, sviluppato quasi unicamente in Europa, converge principalmente in Germania, Austria e Svizzera che assorbono assieme quasi l'80%.





I consumi in aumento

Cavalcando il trend dei piccoli frutti (berries) e in controtendenza con il settore, i consumi domestici a volume delle fragole in Italia sono sensibilmente aumentati: infatti, negli ultimi 6 anni si è potuto assistere ad un incremento percentuale di circa +14%, oltre il 2% annuo in media. Si sottolinea inoltre che l'indotto a valore non ha seguito propriamente la stessa strada dei volumi a causa della diminuzione del prezzo medio da oltre 3,80 € al kg a circa 3,50 €. Questo è quanto rilevano i dati Osservatorio GfK-Macfrut elaborati da Agroter.

L'alta penetrazione
Le abitudini di consumo per le famiglie italiane rispetto ai prodotti ortofrutticoli, specialmente per quanto riguarda la frutta, stanno lentamente e inesorabilmente cambiando. Non sfugge da questo trend la fragola. Secondo il Monitor Ortofrutta - la ricerca continuativa sulle abitudini di acquisto e di consumo di un campione di 2.000 responsabili acquisti italiani, redatta annualmente da Agroter – nell'anno 2011, alla domanda «Lei acquista fragole durante l'anno?», 8 intervistati su 10 hanno risposto affermativamente. Quindi elevata penetrazione nonostante l'intolleranza che diverse persone dicono di presentare nei confronti del prodotto.





La percezione della stagionalità e delle varietà
Sempre secondo i risultati del Monitor Ortofrutta, emerge come il responsabile acquisti abbia una discreta percezione della stagionalità per le fragole nella penisola, anche se rimane circa un 8% che le colloca nei mesi invernali e un ulteriore 8% che non sa rispondere.
Per ultimo, sempre nel 2011, è interessante notare come le varietà siano veramente poco conosciute dall'italiano medio: nessuno (o quasi) riesce a fornire un nome di varietà di fragole corretto a livello spontaneo.

Le abitudini che mutano
Sempre secondo i dati Osservatorio GfK-Macfrut elaborati da Agroter, se si osservano i quadrimestri dal 2008 al 2012, si può notare uno spostamento del consumo dal secondo in favore del primo. Questo fenomeno determina un trend secondo il quale il consumo di fragole si distribuirà gradualmente nel tempo sui primi 8 mesi dell'anno e non più solo sui quattro centrali. Al contrario, il terzo quadrimestre non presenta trend significativi.





Il caso UK
Prendiamo ad esempio l'UK: stando ai dati del Berry Congress 2013, il consumatore medio inglese assume ben il 30% in più di fragole rispetto a quello italiano, ben 1,7 kg all'anno contro i nostri 1,3 kg, a fronte di una penetrazione circa simile (80%). Un consumatore attento al Made in UK a cui viene ben spiegato, a seconda dei mesi, da dove provengono le proprie fragole. Se ne può trovare un esempio su www.seasonalberries.co.uk.

Per un focus più dettagliato sulle superfici di produzione, si rimanda a breve al prossimo speciale sulla fragola in collaborazione con il CSO.

Per un focus sull'innovazione varietale:
Fragola: aggiornamenti varietali in cultura protetta e in pieno campo

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Michele Dall'Olio
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