ARTICOLO 62 "PESANTE" PER LA DISTRIBUZIONE, È IL CASO DI RIPENSARLO? IL MINISTRO MARTINA PROMETTE UNA VERIFICA

ARTICOLO 62 "PESANTE" PER LA DISTRIBUZIONE, È IL CASO DI RIPENSARLO? IL MINISTRO MARTINA PROMETTE UNA VERIFICA
L'art. 62 torna a far parlare di sé dopo le dichiarazioni del Ministro Maurizio Martina a La Repubblica (clicca qui per leggere l'articolo del 14 aprile 2014 a firma di Vito De Ceglia).

Domandatogli se per stemperare le tensioni degli ultimi mesi non sarebbe giusto fare un passo indietro e ritornare al provvedimento originale, Martina risponde che il Mipaaf deve "fare una verifica seria sulla sua operatività" e svolgere un "lavoro serio di confronto" in merito all'effettiva applicazione.

Il rapporto del Centro Studi Infonet, pubblicato in questi giorni, ci può dare una mano per fare un po' di chiarezza sull'annosa questione. Confrontando i bilanci 2012 di 1.270 società di gwstione tra ipermercati, supermercati e discount, Infonet ha stimato che la durata media dei debiti verso i fornitori è scesa mediamente di 6,5 giorni tra il 2011 e il 2012 (da 69,8 a 63,3 giorni). "Pur con tutte le riserve e la cautele necessarie nel considerare tale indice, per sua natura largamente approssimativo - si legge nel rapporto - ed altresì considerando che la nuova norma può avere manifestato i propri effetti nel 2012 solo per un periodo di due mesi e mezzo, sembra tuttavia ipotizzabile che una riduzione dei tempi di pagamento dei propri fornitori da parte della Gdo vi sia effettivamente stata". Questa la principale conclusione dello studio con il quale la società di Nova Milanese, specializzata nelle informazioni sull'affidabilità dei soggetti economici, ha cercato di "misurare" le conseguenze dirette dell'art. 62 sugli operatori della Gdo.

Ulteriori "numeri" indicati nel rapporto chiariscono come l'art. 62, entrato in vigore il 24 ottobre 2012, sia stato coerente nei confronti di una diffusa situazione di insolvenza degli operatori del settore distributivo. Considerando un campione più esteso (4.433 società), infatti, il Centro Studi Infonet ha rilevato che il numero dei protesti è salito dai 942 del 2009 ai 1.642 del 2012, pari al 3,18% del campione in oggetto. Allo stesso tempo sono aumentate sensibilmente le procedure concorsuali di "scioglimento o liquidazione" e "sentenza dichiarativa di fallimento" che, dal 2010 al 2012, sono passate rispettivamente da 78 a 89 e da 48 a 79.

Al di là della necessità di condurre una valutazione più puntuale sull'efficacia della norma, che riguardi perlomeno i bilanci 2013, resta comunque il fatto che il settore del commercio alimentare al dettaglio, colpito dalla contrazione delle vendite in atto ormai da cinque anni, sta sempre più peggiorando la propria capacità di far fronte agli impegni finanziari. In particolare, secondo un innovativo modello di rating elaborato da Infonet, in collaborazione con Vailima Srl e il laboratorio di Statistica Applicata dell'Università Cattolica di Milano, le "imprese ad alto rischio" (Classi C1, C2 e C3) sono quasi il 20% del campione preso in esame (questa volta formato da 1.743 società di capitali - iper, super, discount e grandi magazzini) e, tra queste, ci sono soprattutto gli ipermercati, mentre la concentrazione più bassa è riferibile ai discount.

Daniele Bianchi
Deputy Editor
daniele@italiafruit.net

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