Kiki misurerà il grado di maturazione della frutta a casa

Intervista esclusiva all'ideatore Raffaele Pontillo che ha coniugato design e funzionalità

Kiki misurerà il grado di maturazione della frutta a casa
Non si parla spesso di design in ortofrutta ed i due mondi sembrano avere pochi punti di contatto, in apparenza. Ma se si parla di riduzione dello spreco alimentare ed educazione al consumo consapevole, ecco che i due temi si posizionano su un terreno comune e cominciano a dialogare. È quello che ha cercato di fare Raffaele Pontillo, 27enne di Caserta ideatore di Kiki, uno strumento per la valutazione immediata del grado di maturazione della frutta per uso domestico.

Kiki è stato presentato pochi mesi fa dal designer Raffaele Pontillo nella sua tesi di laurea Magistrale presso il Politecnico di Milano nel corso di laurea Design & Engineering. Ma com'è nata questa idea? "Come spesso accade per i progetti di design, sono partito da un'analisi di contesto e dall'individuazione di un problema, per cercare poi una soluzione in termini progettuali". Il problema, in questo caso, è la mancanza di strumenti a disposizione del consumatore per valutare il grado di maturazione di un frutto, cosa che spesso porta alla creazione di spreco alimentare a livello domestico.



Pontillo spiega in esclusiva ad Italiafruit News il funzionamento di Kiki. "La base è il processo di respirazione del frutto climaterico e l'emissione di etilene. Il gas emesso dai frutti viene rilevato dallo strumento, che confronta il valore con dei range di riferimento. Da qui, viene mandato un input ad un circuito che si occuperà di comunicare all'utente un feedback intuitivo di tipo sonoro e luminoso. In base all'intensità dei segnali, l'utente potrà capire quanto maturo è il frutto. Il tutto cercando di mantenere un'interfaccia diretta con chi lo utilizza".

Al momento, il progetto è stato pensato per 16 frutti, raggruppati in macro e micro categorie a seconda del livello di etilene emesso. "Non escluderei, però, la possibilità di allargarlo anche ad alcuni ortaggi, così come selezionare i frutti in base al contesto geografico in cui è inserito l'utente. La cosa più importante è che lo strumento sia il più affine possibile alle esigenze di chi lo usa, senza imporre all'utente nessun comportamento lontano dalle sue abitudini. È stata una scelta progettuale mirata", spiega Pontillo.


Un dettaglio di Kikifruit

Il progetto, ancora solo su carta, ha già ottenuto riscontri positivi dal mondo dei designers ed i test effettuati sulla tecnologia in fase di progettazione lo rendono appetibile anche alle aziende del settore. "Cosa manca per concretizzare il progetto materialmente? Innanzitutto andrebbero fatte analisi di mercato più approfondite per determinare quali frutti effettivamente introdurre su un prototipo reale. In secondo luogo – continua Pontillo -  servirebbero ulteriori sperimentazioni dettagliate e magari aziende disposte ad investire sul progetto". Kiki è nato come strumento destinato all'uso domestico, ma ciò non esclude possibili evoluzioni che lo rendano utile anche in altri contesti.

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