Ciliegie bicolor: la Francia fa i test

Intanto l'Italia punta sulle rosse e sul gusto. Ma poi deciderà il mercato

Ciliegie bicolor: la Francia fa i test
Anche le ciliegie bicolori potrebbero avere un proprio spazio sugli scaffali, come evidenziato da un'indagine di mercato condotta già nel 2012 dalla Stazione sperimentale La Tapy, in Francia. Più della metà dei consumatori di ciliegie, infatti, è pronta ad acquistarle basandosi esclusivamente sul loro aspetto. 

Si tratterebbe, secondo i ricercatori transalpini, di un’opportunità per incrementare e diversificare l'offerta. Anche per quanto riguarda l’esportazione, le ciliegie bicolori possono offrire un ritorno interessante per i produttori. E’ il caso degli Stati Uniti, dove sono vendute a un prezzo doppio rispetto a quello delle rosse. Tuttavia, l'offerta è attualmente scarsa e la gamma varietale ancora limitata, scrive Réussir Fruits & Légumes
In Francia la superficie destinata a queste cultivar è di una quarantina di ettari e la varietà più commercializzata è la Ranieri, che si raccoglie da metà giugno. L'obiettivo del Centre Technique interprofessionnel des Fruits et Légumes (Ctifl) e della Stazione sperimentale di La Tapy – che hanno testato le varietà bicolori anche in base alla resistenza alle malattie - è l’ottenimento di una nuova linea.

Gli orientamenti del nostro miglioramento genetico sono differenti (vedi nostro articolo precedente): la ciliegia del futuro non dovrà più essere nera, ma rossa brillante o - se scura come Regina e Kordia - capace di mantenere la lucentezza dell'epidermide. Altre priorità sono, ovviamente, il sapore, quindi la croccantezza, il calibro superiore a 28 mm e il gambo verde. Ma se le nuove ciliegie bicolori saranno buone da mangiare, grosse e dolci, chissà, forse il mercato italiano saprà anche introdurle e valorizzarle.

Raffaella Quadretti
Editorial manager - Agroter Group
raffaella@agroter.net

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