Attualità
Incendi in Sicilia, produzioni ortofrutticole in fumo
Bruciati centinaia di ettari: ceraseti, pescheti, orticole. Copagri chiede lo stato di calamità
Gli incendi in Sicilia non hanno risparmiato i produttori ortofrutticoli. Giovedì scorso è stata una giornata nera: le alte temperature (si superavano i 40 gradi) e il forte vento di Scirocco hanno alimentato un inferno di fuoco che ha bruciato centinaia di ettari. Gli incendi pare siano di origine dolosa.
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Venerdì l'associazionismo agricolo si è mosso per richiedere lo stato di calamità, come spiega a Italiafruit News Natale Mascellino, presidente regionale di Copagri. “Sono state colpite oltre mille aziende agricole, soprattutto nelle zone a cavallo tra le province di Palermo e Messina, come le Madonie e i Nebrodi; ma il fuoco ha fatto danni anche sul versante tra Palermo e Trapani".
"Tra le aziende colpite – prosegue Mascellino – ci sono molte realtà ortofrutticole, per la maggior parte imprese nate negli ultimi anni grazie a progetti di miglioramento portati avanti con il Psr: ora queste aziende sono completamente distrutte. Mediamente si tratta di aziende di pochi ettari, con impianti di ciliegie e pesche andati distrutti; ma ci sono anche realtà che avevano scommesso sulle produzioni orticole, spesso a conduzione familiare, che avevano creato un proprio reddito dalla coltivazione della terra e che rifornivano i mercati e i paesi dell'area costiera”.
Venerdì mattina sono partiti i sopralluoghi per la conta dei danni. Secondo quanto riporta Mascellino, “la situazione è tragica: c'è chi aveva appena investito mezzo milione di euro e oggi si ritrova in ginocchio, con un mucchio di cenere". "Per i prossimi cinque anni – conclude il presidente di Copagri Sicilia – questi terreni saranno bloccati in quanto aree percorse dal fuoco. Bisogna intervenire per sostenere gli agricoltori colpiti dagli incendi”.
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