Ortofrutta di qualità, la grande esclusa dalla ristorazione

Qualivita: in Italia solo il 18% degli esercenti usa frutta e verdura Dop e Igp

Ortofrutta di qualità, la grande esclusa dalla ristorazione
Solo il 18% dei ristoranti in Italia utilizza prodotti ortofrutticoli Dop e Igp. Una percentuale ampiamente inferiore rispetto alle preferenze che registrano formaggi (91%) e prodotti a base di carne e salumi (65%) sempre a qualità certificata. E' questa la fotografia che emerge dall'ultima indagine svolta da Qualivita - Fondazione che si occupa della valorizzazione dei prodotti agroalimentari a indicazione geografica, ndr - sulla ristorazione italiana. Un mercato che conta la bellezza di 330mila esercizi, di cui 120mila tradizionali e 210mila legate alle nuove formule a servizio rapido (snack-bar, ambulanti, street food, take-away, food delivery, ecc.), in rapida espansione.



La distanza abissale fra l'ortofrutta e i comparti dei formaggi e dei prodotti a base di carne testimonia lo scarso appeal dei ristoratori nei confronti del nostro settore, leader assoluto per numero di denominazioni (111) e volumi (600mila tonnellate), ma poco decisivo in termini di fatturato (5% sul totale del comparto food Dop e Igp).

In generale, come spiega Qualivita, le indicazioni geografiche sono infatti diventate un must nella ristorazione. "Nel 2018 - sottolinea la Fondazione - ben l'86% degli esercizi usa prodotti Dop e Igp nelle proprie ricette, ma solo nel 30% dei casi più di dieci prodotti. I formaggi sono i più presenti, seguiti da aceti balsamici e prodotti a base di carne e salumi". Tuttavia, la comunicazione non è ancora largamente supportata. "Solo il 39% dei ristoratori intervistati comunica e valorizza l'utilizzo di prodotti Dop e Igp ai consumatori (menù, presentazione, certificati, ecc.)".

"Il ristorante - evidenzia Qualivita - è un hub culturale sempre più importante per parlare alle nuove generazioni e un canale di vendita aggiuntivo capace di supportare le produzioni territoriali verso l'obiettivo della sostenibilità economica".
 
Tra le iniziative di maggior successo si può citare la sinergia tra la ristorazione informale di McDonald's e numerosi Consorzi di tutela, tra cui quello della "Cipolla rossa di Tropea Calabria Igp". "Negli ultimi dieci anni - dichiara Mario Federico, amministratore delegato di McDonald's - abbiamo acquistato duemila tonnellate di materie prime a marchio Dop e Igp con le quali abbiamo raggiunto, attraverso i nostri ristoranti, oltre 58 milioni di persone. Per promuovere questi prodotti abbiamo investito 26 milioni di euro in pubblicità. Questo significa, da una parte, che il mondo delle indicazioni geografiche è assolutamente capace di dialogare, non solo con le nicchie, ma anche con aziende dai grandi volumi come McDonald's, e dall'altra che possiamo ritenerci un forte canale per la valorizzazione delle eccellenze del nostro territorio. McDonald's - conclude Federico - può davvero trasformare un'eccellenza per pochi, in un piacere per molti".



“Negli ultimi tempi la Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp è soggetta ad un impiego interessante e innovativo in particolare nella ristorazione di pronto consumo - rimarca il presidente del Consorzio, Giuseppe Laria - che oggi più che mai trova massima attenzione alla qualità delle produzioni agroalimentari. Proprio per questo motivo il nostro Consorzio sta investendo, in comunicazione e marketing, sul settore della trasformazione al fine di soddisfare questo nuovo pubblico che, diversamente dal passato, si sta dimostrando particolarmente interessato a qualità e valore organolettico. Non solo genuinità quindi, ma anche caratteristiche qualitative per essere declinata secondo una miriade di ricette e ingredienti”.

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