Caan di Napoli: «Il tempo stringe, operatori in fermento»

D'Orazio (Assomercati): tutto tace dopo il concordato preventivo

Caan di Napoli: «Il tempo stringe, operatori in fermento»
“Il Centro agroalimentare di Napoli non può e non vuole chiudere, gli operatori sono pronti a fare le barricate”. Lo ha detto il presidente di Assomercati Campania Carmine D’Orazio (nella foto) in un’intervista andata in onda nei giorni scorsi su una emittente locale. I tempi stringono: entro la fine di agosto dovrà essere presentato il progetto industriale al Tribunale di Nola che lo scorso gennaio aveva accordato il concordato preventivo “ma - denuncia D'Orazio - non sappiamo a che punto sia, manca totalmente l’informazione ai soci: le banche si sono tirate fuori, sono rimasti pochi soci privati”. In questi anni il debito ha raggiunto i 30 milioni di euro; la palla è in mano principalmente al Comune di Napoli, socio di maggioranza con il 72% delle quote.  
 
“Comune che ha molte responsabilità ma non tutte - aggiunge D’Orazio - il problema della gestione dei Centri agroalimentari è nazionale, quasi tutte le società sono in difficoltà. Chiamiamo all’appello le istituzioni e anche Italmercati, che dovrebbe sedersi attorno a un tavolo per elaborare un progetto nazionale capace di rilanciare i Centri all’ingrosso tenendo conto della funzione di interesse pubblico e di servizio al cittadino". 



“L’attuale situazione del Caan - dice ancora D’Orazio - sta causando gravi difficoltà a chi lavora in Mercato e alle rispettive famiglie, molte situazioni sono al limite, c'è grande precarietà. Stiamo anche aspettando il rinnovo delle cariche sociali, ampiamente scadute: l'appuntamento era stato fissato per la fine del 2017 e poi rinviato a data da destinarsi. Non se ne sa più nulla”.

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