Caporalato, piaga da combattere insieme

Le confederazioni: non puntare il dito contro le aziende agricole. Oggi manifestazione a Foggia

Caporalato, piaga da combattere insieme
Le recenti tragedie che hanno causate sedici vittime nel Foggiano, coinvolgendo lavoratori stagionali impegnati nella raccolta del pomodoro, hanno riacceso i riflettori sul caporalato e sullo sfruttamento della manodopera.
“Tragedie che rivelano le drammatiche condizioni nelle quali sono costretti a vivere e operare i lavoratori agricoli e che non sono estranee agli incidenti accaduti. Per i quali – ha commentato il presidente della Copagri, Franco Verrascina - non si può parlare di fatalità”.

“Come Confederazione di produttori agricoli, però, riteniamo sbagliato puntare il dito contro le aziende agricole, ingiustamente accusate di scarsa collaborazione, sottolineando che si tratta di una responsabilità del sistema Paese, che va condivisa con tutte le parti in causa – ha continuato Verrascina - In questo senso bisogna affrontare la questione a 360 gradi e lavorare sul concetto di ospitalità e integrazione e in tale ottica assicurare condizioni di vita, e di trasporto, adeguate”.

Non solo maggiori controlli, quindi, ma una sinergia comune che punti alla piena legalità e al giusto prezzo, “per scardinare un fenomeno che in passato è stato tristemente tollerato da tutti gli attori coinvolti. Tutti noi, come consumatori, dovremmo riflettere quando acquistiamo prodotti agroalimentari che costano meno di quanto è costato produrli - ha concluso il presidente della Copagri - Un giusto reddito, infatti, è fondamentale per i produttori agricoli, così come per i lavoratori”.

“Fatti come questi non devono più verificarsi, va contrastata ogni forma di caporalato e, allo stesso tempo, vanno date ai lavoratori certezze e sicurezze su logistica e trasporti”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che ha aggiunto: “É inaccettabile, però, che l’imprenditore che lavora onestamente sia accostato a chi delinque. Confagricoltura da sempre ha denunciato i fenomeni delinquenziali, a tutela delle tante imprese che operano nel rispetto della legalità. Lo dimostrano i quattro avvisi comuni sottoscritti con i sindacati dei lavoratori e il Protocollo sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro agricolo del 2016. Oltre ai nostri codici etici che impongono agli imprenditori il rispetto delle norme sul lavoro, pena l’esclusione dalla base associativa”.
E ancora: “Servono centri per l’impiego in grado di dare risposte efficaci e tempestive alle esigenze delle grandi campagne di raccolta. E chiediamo alle istituzioni nazionali e locali di farsi parte attiva con le organizzazioni datoriali e sindacali per una soluzione efficace alle più immediate esigenze: le condizioni di vita dei braccianti agricoli extracomunitari, anche al di fuori delle aziende, e il problema del trasporto per raggiungere le imprese agricole. Va creato un servizio pubblico, con adeguati mezzi di trasporto regolamentari”.

Per Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, “occorre spezzare la catena dello sfruttamento che si alimenta dalle distorsioni lungo la filiera, dalla distribuzione all’industria fino alle campagne, dove i prodotti agricoli pagati sottocosto pochi centesimi spingono le imprese oneste a chiudere e a lasciare spazio all’illegalità. E’ necessaria una grande azione di responsabilizzazione, dal campo allo scaffale, per garantire che dietro tutti gli alimenti in vendita, italiani e stranieri, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore”.
“Per questo - ha ribadito Moncalvo - occorre affiancare le norme sul caporalato all’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie”.

Secondo la Coldiretti, in agricoltura trovano regolare occupazione 345mila stranieri provenienti da 157 Paesi che, con 29,4 milioni di giornate, rappresentano ben un quarto del totale del lavoro necessario nelle campagne italiane. Molti i “distretti agricoli” dove i lavoratori immigrati rappresentano una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte.

Intanto i sindacati hanno organizzato per oggi alle 18:00 una manifestazione che partirà dalla Stazione di Foggia e per chiudersi con alcuni interventi in Piazza Battisti.

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