Castagno, buoni risultati dalla lotta bio alla Vespa cinese

Il punto dopo una visita organizzata nelle aziende dell'Appennino tosco-romagnolo

Castagno, buoni risultati dalla lotta bio alla Vespa cinese
I castagneti dell’Appennino tosco-romagnolo confermano l’efficacia della lotta biologica con l’imenottero parassitoide Torymus sinesis contro la Vespa cinese.

Il Centro di studio e documentazione sul castagno (Csdc) ha di recente organizzato una visita ad alcune aziende castanicole del territorio tosco-romagnolo per verificare la presenza del Cinipide (Dryocosmus kuriphilus) e per migliorare le conoscenze bio-etologiche sulle Cidie (Pammene fasciana, Cydia fagiglandana, Cydia splendana), alla luce dei cambiamenti climatici in atto ma anche per rendere più efficace la nuova tecnica di disorientamento sessuale introdotta da Isagro. Alla giornata hanno partecipato Alberto Alma del Disafa, Università di Torino, Elvio Bellini del Csdc e Luciano Trentini, che sta collaborando all’Organizzazione di Eurocasta 2018, in programma dal 13 al 15 settembre a Placenzia, in Spagna.

Le aziende in cui sono condotte le ricerche sulle tre specie di lepidotteri sono quelle di Vincenzo e Diego Moffa a Marradi (Firenze) e di Sergio e Monia Rontini a Castel del Rio (Bologna). Osservazioni e materiali biologici sono stati raccolti anche nelle aziende di Guido Ciani e Graziano Visani nel comune di Marradi, dove da anni viene condotta con successo la lotta biologica al Cinipide.
I marroneti e i castagneti visitati, dunque, hanno dimostrato ancora una volta che la lotta biologica alla Vespa cinese con l’impiego dell’imenottero parassitoide Torymus sinesis ha dato risultati molto positivi e si è consolidata in tutte le aree castanicole considerate. Infatti, le galle dell’anno sono quasi inesistenti e le poche presenti contengono al loro interno le larve del parassitoide che, la prossima primavera, daranno origine alle femmine che parassitizzeranno le larve del Cinipide. “Si vieta di bruciare le ramaglie dei castagneti puliti o potati perché la distruzione delle galle parassitizzate può favorire il reinsediamento sporadico e puntiforme della Vespa cinese – spiega a Italiafruit Luciano Trentini – Al momento in tutto il Nord e Centro Italia si registra una situazione positiva, mentre in alcune regioni del Sud la condizione non è omogenea; ma solo in pochissimi casi il Cinipide è ancora in grado di causare infestazioni”.



Durante la visita, Alberto Alma ha spiegato anche come intende affrontare la lotta ai tortricidi dannosi alle castagne. Le Cidie continuano a essere, come in passato, un grave problema. I danni provocati (frutti bacati) possono raggiungere il 30-50% dell’intera produzione, con seri danni economici per i castanicoltori. L’aumento delle temperature registrato in questi ultimi anni potrebbe influire sul ciclo biologico di questi lepidotteri e, pertanto, è necessario effettuare studi mirati sulle catture degli adulti (curve di volo) mediante le trappole a feromoni e la correlazione della contemporanea presenza delle larve all’interno dei ricci e/o delle castagne, per sviluppare ulteriormente e consolidare la lotta biologica e, soprattutto, la corretta applicazione della tecnica del disorientamento sessuale, evitando così i trattamenti insetticidi, poco efficaci e pesantemente impattanti sulla biodiversità del castagneto.
Elvio Bellini ha invece ricordato il ruolo del Centro studi e come la formazione e l’informazione siano oggi fondamentali per lo sviluppo di una castanicoltura moderna e al passo con i tempi. In particolare nell’ottica di sviluppare anche in Italia, come hanno fatto i nostri principali concorrenti, veri e propri frutteti di castagno per migliorare le quantità prodotte e, soprattutto, il livello qualitativo.



L’andamento climatico si sta dimostrando favorevole alla produzione. “La presenza di ricci è abbondante e di buona pezzatura – continua Trentini - Le visite hanno indotto un certo ottimismo. Se continuerà così anche a settembre, si possono prevedere produzioni soddisfacenti. Sotto il profilo commerciale va ricordato come una buona produzione di castagne e marroni di origine italiana e di alta qualità potrebbe arginare la spesa relativa alle importazioni di prodotto non solo dall’Europa (Spagna, Portogallo e Albania, principali paesi fornitori, ndr) ma anche dalla Turchia e dalla Cina. Spesa - conclude Trentini – che in questi ultimi anni ha superato i 70-80 milioni di euro”.

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