Kaki, campagna avara di volumi

Agrintesa: calibri medio-grandi in Emilia Romagna. E la Spagna avrà Persimon più piccoli

Kaki, campagna avara di volumi
La campagna dei kaki è alle battute iniziali con la cooperativa Agrintesa - prima azienda italiana per produzione del frutto - che stima, rispetto al 2017, una riduzione dei volumi prossima al 20% per il Tipo (Loto di Romagna) e una sostanziale stabilità per Rojo Brillante, chiamato “kako-mela” per via della sua polpa soda. A settembre i soci dell'Emilia-Romagna hanno dovuto fare i conti con la cascola dei frutti, in parte "responsabile" del calo produttivo. E solo l'entrata a pieno regime di nuovi impianti consentirà al Rojo Brillante di confermare le quantità dell'anno precedente. 

Un aspetto positivo riguarda la pezzatura, mediamente sostenuta (medio-grossa) per entrambi i prodotti, così come la colorazione, favorita dagli sbalzi termini di inizio ottobre. Fa ben sperare anche la riduzione produttiva del Persimon che registrerà la Spagna, dove, fra l'altro, crescerà la quota dei calibri piccoli. 


Kaki Rojo Brillante dell'Emilia Romagna

Agrintesa, in particolare, stima una produzione di circa 2.800 tonnellate per Rojo Brillante e di 3.600 tonnellate per il Loto di Romagna. I marchi Alegra e Valfrutta Fresco sono quindi pronti a valorizzare 6.400 tonnellate. 

"Quest'anno avremo meno kaki ma una pezzatura decisamente sostenuta. Si profilano quindi condizioni opposte a quelle del 2017, quando abbiamo dovuto fare i conti con un prodotto decisamente più piccolo", commenta Enrico Bucchi, vicedirettore di Alegra. "Ora la qualità è elevata e non si registrano particolari problemi e difetti sui frutti”.  




“Il Rojo Brillante si afferma sempre più come un’alternativa molto interessante per i nostri produttori - prosegue Bucchi - Attualmente, abbiamo 130 ettari suddivisi tra la Romagna e l’areale Modenese, con impianti che vanno dai 12 anni fino a quelli più recenti di due anni che ancora devono entrare in produzione; pertanto prevediamo un aumento delle quantità in futuro di almeno il 10%. Sono circa 250 le aziende agricole del nostro Gruppo che hanno investito in questa coltura con metrature significative, trovando nuovi sbocchi commerciali alle loro produzioni e soddisfazioni in termini di redditività. Il kako tradizionale viene invece coltivato da oltre 700 soci per un totale di 200 ettari".

“Ad Alegra e Valfrutta Fresco - afferma Stefano Soli, direttore generale di Valfrutta Fresco - è affidato il compito di commercializzare e valorizzare queste importanti produzioni. Siamo presenti in tutto il territorio nazionale e anche all’estero, con una gamma di confezioni in grado di soddisfare ogni esigenza e con un brand, Valfrutta, sinonimo indiscusso di qualità premium e italianità”. 




"Una parte importante della raccolta spagnola di Persimon - aggiunge Davide Drei dell'ufficio commerciale di Valfrutta Fresco - avrà una pezzatura e una qualità inferiore ai loro standard e, di conseguenza, sarà indirizzata verso i Mercati generali di tutta Europa, anche italiani. Questo aspetto potrà avvantaggiare le vendite e i prezzi del prodotto italiano di alta qualità, ma sarà opportuno verificare la portata delle esportazioni iberiche nel nostro Paese, per esserne certi. Solo tra due o tre settimane - osserva Drei - potremo avremo un quadro di mercato più chiaro".

E' appena entrato in funzione, nel frattempo, il nuovo impianto di lavorazione di Agrintesa, dedicato prevalentemente al kako Tipo. Un impianto tecnologicamente all’avanguardia, capace di suddividere i frutti per pezzatura e grado di maturazione tramite selezione ottica, salvaguardando la qualità.
 


Copyright 2018 Italiafruit News