«Clementine, situazione disastrosa nell'arco ionico»

I prezzi non coprono i costi di produzione. La raccolta procede a singhiozzo

«Clementine, situazione disastrosa nell'arco ionico»
Il comparto delle clementine in Basilicata, Calabria e Puglia è in forte difficoltà a causa dei prezzi bassissimi, dovuti essenzialmente a tre fattori: innanzitutto, l'offerta abbondante in tutto il bacino del Mediterraneo, dove prevalgono i calibri medio-piccoli; in secondo luogo, la sovrapposizione dei primi stacchi delle produzioni tradizionali (Comune) con le varietà medio-precoci, quest'anno in leggero ritardo di maturazione; e infine, ma non da ultimo, le temperature miti che hanno depresso la domanda sul mercato nazionale.

"Tutto ciò - spiega l'imprenditore agricolo Vincenzo Perrini - sta provocando disastri a livello commerciale. Nell'areale di Massafra (Taranto), dove opera la mia azienda, sta montando la disperazione tra gli addetti ai lavori. I blocchi di produzione ancora da staccare vengono ceduti a 10-15 centesimi di euro il chilo, meno della metà rispetto alla media dell'anno scorso: 30 centesimi".



"A questi prezzi neppure le aziende più virtuose - sottolinea Perrini - possono riuscire a coprire i costi di produzione. Peraltro, il mercato nazionale ha finora richiesto solo i calibri medi e grossi. La maggior parte delle clementine piccole rimangono così sulle piante e, di conseguenza, c'è chi teme di non raccoglierle".

"La situazione è critica in tutto l'arco ionico, specie in Calabria", aggiunge il mediatore Giovanni Sergio. "In passato avevamo avuto annate altrettanto negative, ma almeno nei campi si raccoglieva con continuità. In questi giorni - evidenzia ancora Sergio - i prezzi della merce stoccata in cassa vanno da 30 a 40 centesimi di euro il chilo, mentre la produzione in pianta oscilla da 10 a 25 centesimi a seconda della qualità e della pezzatura. Mi aspetto un aumento della domanda sotto le festività e spero che le quotazioni possano alzarsi in maniera significativa". 

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