Ortofrutta, sale la tensione per l'hard-Brexit

In UK i prezzi rischiano di salire del 20-30%. Salvi: trovare una soluzione

Ortofrutta, sale la tensione per l'hard-Brexit
Un po' in tutta Europa ci si prepara alla Brexit improvvisa e disordinata. La data del 29 marzo si avvicina, ma ancora Regno Unito e Unione europea non hanno trovato un accordo sull'uscita. La tensione degli operatori commerciali, in particolare francesi, olandesi e spagnoli, è altissima. Basti pensare che questa settimana i funzionari delle dogane francesi, per dimostrare cosa potrebbe accadere con l'hard-Brexit, hanno organizzato degli scioperi nei porti e creato lunghe file di camion e ingorghi sulle strade dirette al terminal di Calais.

Per quanto riguarda l'Olanda, invece, uno studio della società Berenschot, pubblicato proprio in questi giorni, ha stimato che le spese per l'esportazione di prodotti agricoli e agroalimentari olandesi potrebbero aumentare del 30% dopo il 29 marzo. Non da ultimo, l'Associazione della frutta della Catalogna (Spagna) martedì ha affermato che i prezzi dei frutti spagnoli rischiano di incrementare del 20% sul mercato britannico. I rincari più significativi, nel caso di "no-deal", riguarderanno le albicocche (+20%), le pesche e nettarine (+18%) e i mandarini (+16%). Le arance registreranno un rialzo compreso tra il 3 il 16%, le ciliege dal 6 al 12%, mentre per mele e pere si parla del +9% e +4%. 


Code di tir in prossimità del porto di Calais. L'hard-Brexit causerebbe un importante aggravio del lavoro dei doganieri 

"Una Brexit non gestita provocherebbe danni sia al Regno Unito che ai Paesi membri dell'Ue - dichiara a Italiafruit News Marco Salvi, presidente di Fruitimprese - Credo e spero che a livello comunitario si stia lavorando per arrivare a una soluzione d'interesse comune, visto che siamo ancora in tempo".

"Il Regno Unito è un mercato strategico per l'ortofrutta europea - evidenzia Salvi - E' quindi logico pensare che la Brexit improvvisa andrebbe subito ad aumentare i prezzi per i consumatori britannici e questo, di conseguenza, porterebbe a un calo dei consumi”.

In ogni caso, gli operatori italiani che intrattengono relazioni commerciali con il Regno Unito dovrebbero prepararsi per evitare spiacevoli sorprese. Ci si può aggiornare scaricando il documento-guida sulle ripercussioni doganali che ha reso disponibile l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sul proprio sito web (clicca qui per scaricarlo).


Marco Salvi

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