Nocciole italiane, i nuovi impianti sollevano le proteste

Sabato a Orvieto una rete di associazioni promuove un'iniziativa contro la monocoltura

Nocciole italiane, i nuovi impianti sollevano le proteste
Ferrero, Loacker, Novi. Grandi realtà dell'industria dolciaria investono nel settore corilico per avere nocciole italiane da trasformare: accordi di filiera che danno una prospettiva di crescita al comparto, ma che devono fare i conti anche con le rimostranze di una parte di cittadinanza.

Nella provincia di Viterbo, per esempio, sabato prossimo ci sarà un'iniziativa per contrastare l’espansione della monocoltura del nocciolo. L'incontro, organizzato dalla Rete Interregionale Protezione Ambiente, si terrà a Orvieto.



"Si parla molto in questi mesi della monocoltura intensiva dei noccioli, che sta colonizzando il territorio Orvietano, dell’Alta Tuscia e parte della Maremma Toscana - spiegano gli organizzatori - Il progetto nocciole ha ottenuto il sostegno delle nostre Regioni, delle associazioni di categoria e addirittura dei Piani di sviluppo rurale. Molti cittadini, agricoltori e associazioni hanno invece sollevato dei dubbi sulle conseguenze e sugli impatti ambientali, economici e sociali che tali trasformazioni possono avere sul nostro territorio”.

Il titolo dell’incontro è: “I noccioli del problema – Gli impatti delle monocolture intensive tra Alfina, Orvietano e Tuscia”. Gli organizzatori vogliono accendere i fari sull'impatto della corilicoltura con impianti intensivi.

“La diffusione su larga scala di noccioleti intensivi nelle nostre terre – continua la nota della Rete Interregionale Protezione Ambiente – è un comprovato pericolo ambientale, sociale ed economico". Secondo l'associazione lo sviluppo dei noccioleti porterebbe all'inquinamento dell'ambiente e a danni a flora e fauna; a un gran consumo d'acqua e alla perdita di biodiversità.



Copyright 2019 Italiafruit News