«Pomodoro, non ci sono solo prezzo e shelf life»

Campus (United Genetics): aumentare qualità e gusto prima che sia troppo tardi

«Pomodoro, non ci sono solo prezzo e shelf life»
Più qualità e gusto, andando oltre fattori che hanno fin qui monopolizzato l’attenzione di molti tra coloro che operano a monte della filiera, come prezzo e shelf life: United Genetics Italia, player nel mercato nazionale ed internazionale delle sementi ortive, in particolare del pomodoro per l’industria di trasformazione e per il mercato fresco, auspica un cambio di passo. “Profondi cambiamenti hanno caratterizzato il settore negli ultimi anni”, sottolinea il sales and Pd Manager della società Andrea Campus (al centro della foto; alla sua destra Andrea Abbate tecnico commerciale per la Sicilia orientale dell'azienda e a sinistra Maurizio Di Martino responsabile sviluppo Sicilia). “Globalizzazione, sviluppo della Gdo, del Bio e molti altri fattori hanno stravolto le consuetudini sia di consumo che di produzione, distribuzione e vendita dei prodotti ortofrutticoli. In alcuni casi migliorandole ma in altri peggiorandole sensibilmente sotto forma di standardizzazione, banalizzazione, esasperata attenzione a lato estetico e shelf life”.



Una filiera troppo spesso “arroccata, che ha cercato di migliorare la marginalità spingendo solo sul lato produttivo”, aggiunge Campus. “L’interazione dei vari attori non è sempre ottimale e in molti casi viziata solo ed esclusivamente dalla componente prezzo. Abbiamo raggiunto quotazioni non più sostenibili per nessuno. Alcuni progetti di nicchia hanno avuto successo, possono aver risolto delle situazioni locali, ma c’è un assoluto bisogno di aumentare il livello qualitativo del prodotto di largo consumo: non è più sufficiente lanciare un prodotto, dobbiamo farlo in un contesto di progetto”.

La shelf-life, incalza l’esponente di United Genetics “è stata la richiesta sine qua non per qualsiasi prodotto nel recente passato ed è ancora troppo determinante nelle scelte varietali. E i risultati sui consumi sono evidenti. Possiamo fare un esempio anche su un altro prodotto: la pesca. Attuando questo distruttivo comandamento, una intera generazione di persone non sa quale sia il vero sapore. Se ci dimentichiamo che la shelf life è sì un parametro importante ma non l’unico, forse potremmo venir fuori da questa spirale mortale. E dovremmo utilizzare di più la tecnologia a supporto dei nostri prodotti”.

“Le ovvie attività di ricerca sulle resistenze alle malattie, sulla resa, l’attenzione alla stessa shelf-life, non dovrebbero oscurare l’attenzione a sapore, profumo, struttura e colore. I consumatori ce lo chiedono. E' mai possibile che un trasformato di pomodoro per fare un tradizionale piatto di pasta sia nella maggior parte dei casi più buono del fresco? Abbiamo un’idea del rischio che corriamo?”. United Genetics si è proposta di cambiare modo di interpretare il pomodoro “e i primi risultati sono incoraggianti”, aggiunge Campus. “Stiamo entrando in una nuova era in cui la qualità potrà essere disponibile per tutti e non relegata a costose nicchie”. 



Due esempi che si propongono di cambiare le carte in tavola, aggiunge Campus, sono Ugi 3329-17, cuor di bue color “cioccolato” (foto sopra) con elevato appeal, colorazione attraente anche diversi giorni dopo la raccolta, eccellente tenuta in pianta che permette di raccogliere un prodotto “maturo” con ovvi vantaggi per il consumatore finale in termini di sapore e struttura della polpa, frutti succosi, facilità di coltivazione; e Ugi 3597-17, grappolo rosso (foto sotto) con un grado brix paragonabile a quello dei “datterini” e una percezione e persistenza gusto-olfattiva unica. Elevato anche il contenuto in licopene. 



Due prodotti in “rodaggio” - aggiunge Campus - che saranno commercializzati nell’ambito di un Club varietale per massimizzarne la comunicazione al consumatore finale. “La ricerca genetica moderna è troppo basata su quello che esiste già, ma creatività ed innovazione sono ancora nelle mani dei costitutori e non dei computer o dei maghi del marketing", conclude Campus. "Troppi studi a tavolino, troppa tecnologia hanno messo le briglie a un settore, quello della costituzione varietale, che deve sempre essere il centro della creatività. E’ necessario che tutta la filiera faccia la propria parte avendo come obiettivo comune la soddisfazione del cliente finale. E' solo un problema di chi inizierà per primo: dopo tutti gli altri si dovranno adeguare. Lo slogan della nostra casa madre giapponese Kagome è Dal seme alla tavola e, con connotati tipicamente orientali, questo principio viene seguito alla lettera”.

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