Mercato di Milano, slitta l'inizio dei lavori

Ferrero: frenati dalla burocrazia, prima pietra nel 2020. Accordi in vista per l'import-export

Mercato di Milano, slitta l'inizio dei lavori
Slitta all'inizio del 2020 la posa della prima pietra del "nuovo" Ortomercato di Milano. "L'aspetto finanziario è a posto, sarà Banco Bpm il riferimento per il prestito da 50 milioni di euro a scadenza ventennale, ma dobbiamo fare i conti con i tempi, lunghissimi, della burocrazia nel settore pubblico", spiega a Italiafruit News il riconfermato presidente di Sogemi Cesare Ferrero. "Volendo potremmo probabilmente partire, con la piattaforma logistica, a dicembre 2019, ma non avrebbe senso bloccare le operazioni sul nascere per le festività di fine anno". I tempi si allungano, i lavori dovrebbero durare poi almeno un paio d'anni, ma Ferrero resta ottimista. E si mette in gioco: "Se non vedrò la conclusione dei lavori per la fine del mandato, non avrò adempiuto e raggiunto il mio obiettivo".



L'ingresso nel Cda della società di gestione di un rappresentante dei grossisti - oltre che dell’Unione del Commercio di Milano-Confcommercio -, la vicepresidente di Fedagro Elena Maria Letizia Ciocio, viene salutato con favore: "Il dialogo nella fase cruciale per il restyling del Centro agroalimentare sarà più facile". 



Nei giorni scorsi è stato firmato un verbale di intesa con il Consolato Generale di Tunisia (nella foto di apertura) per favorire i rapporti commerciali tra Milano e Tunisi e lo sviluppo dello scambio dei prodotti agroalimentari: "E' il Paese del Nord Africa meno attivo nel business ortofrutticolo con l'Italia, con questo accordo puntiamo a rifornirci direttamente evitando le triangolazioni che spesso portano in Italia merci tunisine provenienti dalla Spagna", puntualizza Ferrero. "Il mercato milanese rappresenterà la principale destinazione di una ricca produzione agroalimentare. E stiamo mettendo in cantiere un forte sviluppo delle attività internazionali di import-export e la stipula di numerosi accordi di collaborazione con alcune delle principali aree geografiche di produzione o di consumo dei prodotti agroalimentari". 

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