Del ficodindia non si butta via nulla

Ecco come il brand Fico Essere Buoni ha rivoluzionato la proposta di questo frutto di nicchia

Del ficodindia non si butta via nulla
Patè, chutney, creme spalmabili, confetture. Le potenzialità del ficodindia non si limitano solo al frutto fresco, lo dimostra l'azienda siciliana "Fico", che con il brand Fico Essere Buoni ha avuto l'idea di trasformare i fichi e dare vita ad una vasta gamma di referenze. Tutto della pianta viene valorizzato, compresi cladodi, fiori, bucce e semi del frutto, parti che normalmente vengono scartate. E' così che un frutto di nicchia può diventare un prodotto di uso comune sulle nostre tavole, proprio come una marmellata.

Danilela Farchica e Gianluca Santanocito sono entrati in attività tre anni e mezzo fa in seguito a una riflessione sugli sprechi. "Ci siamo accorti che ogni giorno dai frutti del fico venivano buttati tanti scarti, come cladodi e bucce, era un'opportunità da cogliere - racconta a Italiafruit Gianluca Santanocito - Abbiamo valorizzato questi scarti acquistando a prezzi bassi frutti che non erano vendibili, ad esempio frutti di pezzatura non idonea alle esigenze del mercato del fresco".
L'azienda lavora un prodotto freschissimo: "Il fico è un frutto dalla shelf life che non supera i 7-8 giorni, se non viene raccolto e spedito presto va a male. Siamo noi ad andare a reperire subito i frutti".



Il primo prodotto di successo sperimentato è stato il patè di fichi ottenuto dai cladodi (o pale) della pianta, una trovata originale in quanto "all'inizio quando lo proponevamo tante persone non sapevano neanche che i cladodi fossero commestibili". Da qui il trasformato si è allargato alle confetture di fico, ricavate da varietà di fichi a polpa bianca, gialla e rossa diversamente da quelli a polpa marrone proposti dal mercato nella maggioranza dei casi, al chutney, ottenuto utilizzando le scorze del fico. Oggi l'azienda commercializza sotto il brand Fico Essere Buoni una varietà di referenze originali e accattivanti: le confetture sono proposte in numerose varianti, ad esempio con mandorle tostate, al caffè, al peperoncino, con gocce di cioccolato, poi ci sono prodotti ancora più particolari come il pesto di fico, il miele al fico e la crema spalmabile. "Abbiamo capito che per proporsi ai buyer era importante avere un numero elevato di referenze - spiega l'imprenditore - per questo abbiamo creato una gamma di prodotti diversificati e anche oggi l'obiettivo è allargare il target".



L'azienda si approccia ai canali di distribuzione moderna e attualmente vanta accordi con i supermercati a marchio Coop, Metro e Decò, catena che serve i territori del Sud Italia. "Siamo strutturati per la Gdo - continua Gianluca - oggi ormai quando c'è bisogno di qualcosa si va al supermercato, e quando vendi a Coop o Metro il tuo brand assume un valore più importante". L'azienda negli ultimi anni ha aumentato il fatturato fino a 170mila euro e mette sul mercato ogni giorno 2.500 confezioni delle varie e numerose referenze, ma non ha intenzione di fermarsi: "L'obiettivo sono i 4.000 vasetti giornalieri, risultato che possiamo raggiungere grazie a nuovi macchinari e ottimizzando i tempi di lavoro". Il prodotto si inserisce in una fascia intermedia di prezzo: lo si trova nei supermercati dai 3 ai 4 euro a barattolo.



La struttura dell'azienda è ormai consolidata, con diversi magazzini dove le materie prime fresche vengono trasformate, imballate e preparate ad essere immesse sul mercato. L'obiettivo di Daniela e Gianluca è quello di crescere ulteriormente e far conoscere il prodotto in tutta Italia: "Ci stiamo allargando con diversi progetti, ad esempio stiamo facendo dei gadget, 'i Fichissimi', che rappresentano ognuno uno dei nostri prodotti, come la mascotte Ciro legata al caffè con un richiamo all'ambiente napoletano, visite didattiche per arrivare anche ai bambini. Di recente abbiamo collaborato con lo chef Valerio Braschi e ora abbiamo in mente un progetto per l'Horeca". Nonostante i buoni risultati e le prospettive, secondo Gianluca "è importante darsi degli standard: noi vogliamo far conoscere il prodotto e fare un passo alla volta. Ci interesserebbe anche vendere all'estero, ma forse non è il momento adatto, bisogna avere pazienza".

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