Export di frutta, Freshfel: regole da cambiare

L'associazione di settore chiede interventi urgenti alla Commissione Ue

Export di frutta, Freshfel: regole da cambiare
Le regole per l'export di ortofrutta europea nel mondo sono da modificare e migliorare. Ha poco senso che ogni stato dell'Ue debba continuare a trattare singolarmente con i diversi Paesi terzi, cercando di "portare a casa" un protocollo fitosanitario valido per un solo prodotto ortofrutticolo, per poi passare a un altro articolo in seguito alla sua finalizzazione. Questo approccio determina infatti lungaggini burocratiche e procedure costosissime a carico dei governi europei. Ma anche, molto spesso, la stipulazione di misure fitosanitarie differenti tra i singoli Paesi Ue per uno stesso mercato di destino. 

L'Ue dovrebbe quindi agire con la massima urgenza per provare a riformulare le regole internazionali, come ha raccomandato Freshfel Europe, l'associazione europea del settore ortofrutticolo durante l'ultimo Gruppo di Lavoro sulle questioni sanitarie e fitosanitarie della Commissione Europea, tenutosi la scorsa settimana a Bruxelles. L'organizzazione, rappresentata per l'occasione da Paco Borras, presidente della divisione export, e da Natalia Santos-Garcia Bernabe, consulente di politica commerciale, ha presentato una serie di soluzioni concrete al problema. 


Paco Borras

La prima proposta è quella di definire in Commissione europea degli standard internazionali più completi per il trattamento dei parassiti. "La maggior parte dei partner commerciali dell'Ue - hanno detto i rappresentanti di Freshfel - opera secondo un sistema chiuso, dannoso per la biosicurezza e la protezione della salute delle piante. Un sistema che richiede ai produttori e agli esportatori dell'Ue di accedere a nuovi mercati prodotto per prodotto e Paese per Paese, con condizioni rigorose fissate nei protocolli. C'è inoltre la totale mancanza di trasparenza da parte dei partner commerciali nel comunicare i parassiti di cui sono interessati e tutti i rimedi accettati. Ciò si traduce in regole diverse imposte agli Stati membri per la stessa merce, in condizioni di produzione simili. Definire meglio gli standard globali per il trattamento degli insetti - hanno proseguito Borras e Santos-Garcia Bernabe - aiuterebbe a risolvere questi problemi e a facilitare il processo di accesso al mercato".

Per Freshfel, inoltre, sarebbe strategico "inserire dei capitoli sanitari e fitosanitari negli accordi di libero scambio con i Paesi terzi". L'associazione, su questo tema, ha anche incoraggiato la Commissione Ue a continuare i suoi lavori per "integrare le disposizioni vincolanti del Gruppo di Lavoro nei nuovi trattati", includendo quindi "le procedure di fast track, l'abolizione del pre-clearance, le richieste di gruppo degli Stati membri, lo scambio di elenchi sui parassiti che destano preoccupazione e le agevolazioni per gli audit pre-esportazione". 


Un momento della riunione  

L'associazione, infine, ha espresso il suo sostegno alla volontà della Commissione Europea di rafforzare la diplomazia economica per promuovere le esportazioni ortofrutticole dell'Ue attraverso il programma Foreign policy instruments (Fpi). "Invitiamo gli Stati membri - ha concluso Freshfel - a collaborare creando canali di scambio di informazioni, in modo da accelerare le domande dell'Ue".

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