Rifondare l'ortofrutta su reddito e sostenibilità

Andrea Segrè agli Stati Generali: «Ai giovani il reddito di contadinanza»

Rifondare l'ortofrutta su reddito e sostenibilità
Le grida d'aiuto si moltiplicano: d'altronde quando conviene lasciar marcire un frutto sull'albero piuttosto che raccoglierlo c'è qualcosa che non va. Ma piuttosto che temporanei e inutili salvagenti, all'ortofrutta italiana servirebbe imparare a nuotare per non affogare in un mare sempre più tempestoso: il mercato.

Per trasferire conoscenza occorre trasmettere valori e l'ortofrutta ne ha più di uno da utilizzare con profitto. Ma se c'è un valore che oggi è sulla bocca di tutti e che il settore può interpretare alla grande trasmettendolo ai consumatori è quello della sostenibilità. Un tema caro ad Andrea Segrè - agroeconomista, presidente della Fondazione Mach, della Fondazione Fico e del Centro Agroalimentare di Bologna – e su cui gli ho chiesto di ragionare insieme al prossimo Speciale Frutta & Verdura (Teatro Manzoni di Milano, 20 novembre), dedicato agli Stati Generali dell'Ortofrutta (CLICCA QUI PER SCARICARE LA BROCHURE).



Con il professore dell’Alma Mater Studiorum - che ha recentemente lanciato assieme alla scrittrice Susanna Tamaro la proposta di un “Reddito di Contadinanza” per favorire l’entrata dei giovani nel mondo dell’agricoltura - discuteremo del rapporto tra economia, ambiente, società ed etica; della centralità dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile secondo l’Agenda 2030 dell’Onu, fino a come mangiare bene per vivere meglio.

Sostenibilità è ad esempio il contrasto allo spreco alimentare, su cui Andrea è impegnato da oltre vent’anni. Sua l’iniziativa Last Minute Market, spin off dell’Università di Bologna, diventato eccellenza europea fondata sulla sostenibilità economica, ambientale e sociale del recupero a fini solidali delle eccedenze nella filiera agroalimentare.

Ma l’agricoltura deve essere sostenibile soprattutto economicamente e ciò è possibile solo se si riconosce la centralità dell’agricoltore. Come ha dichiarato Segrè al Corriere della Sera: “Gli agricoltori producendo il cibo che mangiamo tutelano il nostro territorio e la nostra salute”. E' quindi necessario “riconoscere questo valore, ed essere disposti - noi consumatori - a pagarlo".

Redditività insufficiente, tonnellate di prodotti che giacciono invenduti nei magazzini o addirittura lasciati sulle piante devono diventare solo un lontano ricordo. Proveremo a scoprire come.

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