Isi Sementi, avanti tutta sull'innovazione varietale

Lazzarin: «Ecco la nostra strategia per difendere il reddito del produttore»

Isi Sementi, avanti tutta sull'innovazione varietale
Isi Sementi ci ha preso gusto a spingere sull'acceleratore dell'innovazione varietale e sarà anche per questo che Renzo Lazzarin, chief marketing officer della Spa di Fidenza (Parma), per descrivere gli obiettivi dell'azienda usa un'immagine motoristica: "Vogliamo diventare la Ferrari delle sementi", dice sorridendo.

La società ha chiuso il 2018 con un giro d'affari di 17 milioni, quest'anno supererà i 18 e per il terzo anno consecutivo ha messo a segno un progresso del 10%. Con 102 dipendenti - e il rafforzamento dello staff impegnato nella ricerca e nel commerciale - Isi Sementi sta sviluppando la propria attività anche all'estero, da dove arriva il 33% del fatturato. "Senza professionalità e qualità non si ottengono risultati - aggiunge Lazzarin - consideriamo l'agricoltore parte del successo del nostro lavoro: difendere il reddito del produttore è un nostro impegno quotidiano".

Isi Sementi

E l'attività di ricerca diventa fondamentale: più del 20% del fatturato è reinvestito in R&D, l'azienda ha un dipartimento che si occupa di seed technology, ha raddoppiato la superficie serricola e ha avviato una nuova stazione sperimentale in Sicilia.

Con questi numeri e con questi obiettivi Isi Sementi ha aperto le porte del proprio quartier generale di Fidenza ad oltre 200 operatori (produttori, distributori, tecnici...) di ogni parte del mondo (Russia, Algeria, Egitto, Tunisia, Iran, Brasile, Sudafrica, Ungheria, Spagna, Portogallo, Polonia, Cile, oltre che Italia) per l'appuntamento con i Field Days. L'occasione per fare il punto sulle nuove tendenze di mercato e orientare lo sviluppo delle diverse colture su cui Isi sta lavorando.

Isi Sementi

Sul pomodoro, sia da mercato fresco che da industria, è stato svolto un focus particolare. Come illustra Lazzarin la ricerca Isi guarda sia alla qualità del frutto che della pianta. "E' un concetto su cui stiamo lavorando da diversi anni: la pianta è la fabbrica del frutto e necessita di un'attenzione maggiore che in passato: il clima sta cambiando, i metodi di coltivazione pure, cresce la produzione biologica, è necessaria una riduzione dell'intervento chimico... Tutti fattori che richiedono piante più forti anno dopo anno, piante che possono tollerare carenze o eccesso di acqua, capaci in generale di produrre di più con meno risorse. Lavoriamo per offrire ai produttori piante facili da coltivare".



La rusticità diventa così un tratto da valorizzare. Ma parlando di sostenibilità, un altro tema caro alla moderna orticoltura, Lazzarin ricorda "che il primo elemento per ottenerla è la quantità: non si può rimuovere prodotto dal ciclo di produzione, ma incrementare la produttività per singolo ettaro, in questo modo diminuiscono anche gli agrofarmaci e i fertilizzanti impiegati. La quantità è il sistema principale per ottenere sostenibilità. Certo, necessitiamo di una genetica più adatta alle nuove condizioni ambientali, che stanno cambiando anno per anno, area per area: a questo lavoriamo, avendo ben presente il faro della qualità".

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