Tutti i numeri del bio, boom ortofrutta

Viaggio fra i nuovi dati del Sinab. Del Bello: frutta e verdura trainanti

Tutti i numeri del bio, boom ortofrutta
La superficie coltivata in Italia ad agricoltura biologica è cresciuta del 3% tra il 2017 e il 2018, arrivando a un totale di quasi due milioni di ettari. Vale a dire l'estensione dell'intera Puglia, per essere ancora più precisi. In questo scenario il comparto dell'ortofrutta rappresenta 208.990 ettari, così suddivisi: 61.155 ettari di verdure, fragole e funghi coltivati (+11,1% sul 2017), 50.244 ettari di frutta in guscio (+5,9%), 36.917 ettari di frutta e piccoli frutti (+9,3%), 35.660 ettari di agrumi (-10%), 23.551 ettari di legumi (+7%) e 1.463 ettari di patate (+12,1%). Questi alcuni dei dati contenuti nel nuovo rapporto "Bio in Cifre 2019", presentato dal Sinab (Sistema di informazione nazionale sull'agricoltura biologica) al Sana di Bologna Fiere, nell'ambito del convegno "Il posizionamento competitivo del Made in Italy sui mercati esteri".

"Nel 2018 l'agricoltura bio ha sfiorato i due milioni di ettari coltivati, crescendo di circa 49mila ettari rispetto al 2017 grazie anche alle ottime performance dell'ortofrutta. Si tratta di un traguardo importante, che corrisponde alla superficie della Regione Puglia" ha sottolineato Delizia Del Bello di Sinab durante i lavori. 

Puglia che, tra l'altro, è la prima area d'Italia per quanto riguarda la coltivazione degli ortaggi bio (14.462 ettari), seguita da Emilia-Romagna (6.796 ettari) e Sicilia (6.353 ettari). Quest'ultima domina la scena nel comparto della frutta in guscio (13.572 ettari), dove in seconda e terza posizione si classificano la Campania (9.670 ettari) e il Lazio (8.835 ettari). Per quanto riguarda frutta e piccoli frutti, in testa c'è ancora una volta la Puglia (6.647 ettari), che precede Sicilia (3.952 ettari) e Calabria (3.648 ettari).

"A livello europeo rimaniamo il principale Paese coltivatore di ortaggi, cereali e olive bio. Nel 2018, tuttavia, abbiamo perso la seconda posizione nel ranking delle superfici bio, alle spese della Francia che ha incrementato fortemente l'areale destinato al vino bio" ha aggiunto Del Bello.

Contestualmente alla crescita delle superfici agricole, nel 2018 è aumentato anche il numero di operatori biologici italiani. "In Europa siamo il Paese con il maggiore numero di imprese bio: 79.046 unità, il 4% in più del 2017 - precisa Del Bello - In particolare, l'88% dei nostri operatori sono aziende agricole. Si contano, nello specifico: 58.954 produttori esclusivi (+3%), 10.363 produttori/preparatori (+10%), 9.257 preparatori esclusivi (+7%) e 472 importatori (+15%)".



Il convegno è stato l'occasione anche per analizzare gli ultimi dati sull'andamento del mercato domestico del food biologico (circa 4 miliardi di fatturato stimato) e dei trend legati all'export. "Senza considerare le vendite presso la ristorazione e le mense pubbliche, il mercato interno dell'alimentare bio ha registrato un incremento dell'1,5% rispetto all'analogo periodo dello scorso anno. Si è verificato quindi un rallentamento della crescita, dal momento che il dato del primo semestre 2018 indicava un +6,7% rispetto a un anno prima" ha spiegato Riccardo Meo di Ismea

"L'inizio dell'anno premia ancora una volta la Gdo, che avanza del 5,5%. La distribuzione moderna segna un aumento delle vendite del 4% rispetto a +9,6% del primo semestre 2018. I discount, dove oggi passa il 7,1% della spesa bio, incrementano il fatturato del 20,7% rispetto al +41% di giugno 2018. I negozi tradizionali, infine, continuano a perdere terreno registrando un calo del fatturato del 7,2%. La loro quota di mercato, per la volta di sempre, scende sotto al 30%".

Di fronte alla sostanziale stabilità del mercato domestico, è chiaro che l’export bio, cresciuto del 600% nel decennio 2008-2018 fino agli attuali 2,2 miliardi di euro, può rappresentare una leva decisiva per lo sviluppo del settore. "L’origine Italia, unità alla garanzia di sicurezza e qualità del bio, è un binomio vincente che dobbiamo saper sfruttare in giro per il mondo", ha rimarcato Silvia Zucconi di Nomisma

L'Italia è attualmente il maggiore esportatore di prodotti agroalimentari bio in Europa e il secondo a livello mondiale, dopo gli Usa (quasi 3 miliardi di euro). Il 77% del nostro export bio si realizza nel mercato europeo, con Francia (22%) e Germania (17%) che, insieme, valgono quasi il 40% delle vendite totali all'estero. Il terzo mercato di destino è la Scandinavia (7%), seguita da Spagna ed Est Europa (6%). Per il futuro, secondo Zucconi, vi sono ampi margini di crescita nell'area europea, specie in Paesi alto-consumanti come Svizzera, Austria, Svezia e Danimarca. "Molto promettenti sono anche i mercati di Usa, Giappone, Cina e Russia che hanno un'alta considerazione dei prodotti Made in Italy", ha concluso la delegata di Nomisma. 



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