Stati Generali, un salto nel futuro

In 800 all'edizione del ventennale, ospiti d'eccezione dopo il ministro Bellanova

Stati Generali, un salto nel futuro
Un’edizione densa di contenuti e suggestioni che ha degnamente celebrato i 20 anni: lo Speciale Frutta&Verdura 2019 ospitato ieri dal Teatro Manzoni di Milano - accompagnato come di consueto dal lancio del Rapporto - ha rappresentato una sorta di fil rouge tra passato e futuro, fotografando il presente e fornendo numerosi spunti per costruire un domani con più valore, qualità e migliori rapporti di filiera. Proprio le relazioni di filiera sono state l’ossatura degli “Stati Generali dell’ortofrutta” dedicati a sei macro-temi: aspetti agronomici, assetto della produzione, organizzazione della distribuzione, internazionalizzazione, valorizzazione al consumo, sostenibilità.



Sul palco, un carretto e un carrello colmi di prodotti freschi, a significare la necessità di una reale sinergia tra gli estremi della supply chain, da chi produce a chi vende. “Con concorrenza e consumatore sono le 4 C del futuro”, ha esordito Roberto Della Casa, managing director di Agroter dopo i saluti di Cristina Lazzatti, direttrice di Mark Up - coorganizzatore dell’evento - e l’introduzione di Chiara Daltri marketing manager Agroter e Italiafruit, che ha ringraziato gli 800 partecipanti e le 130 imprese partner. “Oggi - ha aggiunto Della Casa - viviamo nel mondo del tutti contro tutti e questo fa male al comparto: dobbiamo creare un sistema win-win”.

Dallo schermo la ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, che non è potuta intervenire all’evento per impegni istituzionali, ha inviato il proprio saluto spiegando che “c’è molto da lavorare per aggredire le debolezze strutturali del comparto ortofrutta, per esprimere al meglio eccellenze sui mercati e rafforzare la competitività, arrivando a un Rinascimento che dia più valore al lavoro e al prodotto, puntando su sostenibilità sociale ed economica. I cambiamenti climatici e le altre criticità non devono scaricarsi solo sulla produzione”. Un Mipaaf che sembra più vicino al settore rispetto al passato, ha commentato Della Casa, aggiungendo come l’impressione sia che anche altri ambiti non istituzionali considerino il "nostro mondo" più di ieri. Ma ancora non basta. 



Perché i numeri non sono buoni: “Negli ultimi 20 anni le superfici ortofrutticole italiane sono calate del 15%, da 1,3 milioni di ettari a 1,1 con veri e propri crolli per alcune specie, come l’uva e percorsi inversi, ad esempio quello del kiwi che però non pareggiano i conti”, ha spiegato in videomessaggio Raffaelle Borriello, Dg Ismea. “Oggi le Op riconosciute sono 314 e nel 2017 valevano il 54% della produzione organizzata contro il 47% del 2012; sono il riferimento per 250 milioni di euro di piani operativi, il 30% del budget Ue. Ma, altra cattiva notizia, la bilancia commerciale lo scorso anno ha chiuso per la prima volta in negativo di 41 milioni di euro, sia pure con trend molto differenti: bene mele e pere, mentre pesche, nettarine e pomodori esprimono un saldo negativo”. Segnano il passo anche i consumi domestici: “Dal 2000 al 2018 si sono ridotti del 6% in volume pur a fronte di una progressione in valore", ha annotato Borriello. "E’ un settore-eccellenza del Made in Italy ma vive problemi che richiedono una riflessione comune”.
Forti cambiamenti anche nel sistema distributivo: “Se nel 2000 la distribuzione moderna valeva il 35-40% della vendita di frutta e verdura, nel 2018 il dato ha raggiunto il 65-70% invertendo il ruolo con il dettaglio tradizionale ”. 


Paolo De Castro e Roberto Della Casa

Problemi sul mercato internet ed export in netta flessione: i motivi di preoccupazione non mancano. Il rinvio della Pac non è tra questi. “Non c’è fretta, anche per l’ortofrutta, di approvare una riforma che al momento ha molte criticità”, ha spiegato l’europarlamentare Paolo De Castro. “Procederemo con la richiesta al Consiglio Agricolo di estendere ad almeno due anni la proroga dell’attuale Pac per avere tutto il tempo di correggere errori e fare una buona riforma all’insegna della sostenibilità ambientale, sociale ed economica: la nuova versione entrerà in vigore nel gennaio 2023”. E sulla Direttiva contro le pratiche sleali: “E’ una norma che vuole pulire il campo dalle scorrettezze per garantire reciprocità; ci auguriamo che il recepimento, per l’Italia, sia imminente, vogliamo entri in vigore in fretta in tutta Europa”.


L’aggregazione nel settore ortofrutticolo è importante, a patto che garantisca distintività: lo dicono le risposte a uno dei sondaggi di Italiafruit News presentato ieri da Della Casa, che sui temi brand e internazionalizzazione ha parlato con un imprenditore che la sa lunga, il fondatore di San Lucar Stephan Roetzer.

Ampia la disamina del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini (cliccare qui per leggere) mentre di qualità e mercati esteri hanno trattato Angelo Benedetti di Unitec (“la tecnologia, capace di selezionare e analizzare i parametri dei frutti evitando delusioni al consumo, è fondamentale per lo sviluppo”) e, in collegamento, Alessandro Dalpiaz di Assomela (“l’impegno per ritagliarci nuovi mercati c’è, serve però più coordinamento a livello istituzionale e più personale preposto”).


Angelo Benedetti

Ma l’ortofrutta italiana soffre da tempo un ulteriore problema strutturale, ha ricordato Della Casa: è “distratta”, apparentemente disinteressata a produrre quello che effettivamente viene consumato. Per le sei principali colture frutticole italiane (mele, pere, kiwi, uva da tavola, arance e pesche/nettarine) dal 2000 al 2018 la produzione si è leggermente ridotta, gli acquisti sono scesi in modo più marcato e l'incremento delle importazioni è stato notevole. Risultato: un disavanzo di 1,2 milioni di tonnellate, un'eccedenza di offerta che appesantisce il settore e zavorra i prezzi. La produttività insomma non deve essere l’unico riferimento e l’agricoltura di precisione in questo può essere di aiuto a calibrare l'offerta stessa.


Francesco Mutti

Gli Stati Generali sono proseguiti con una storia fuori dal comune: quella della Mutti, storica azienda capace di far identificare un prodotto commodity, il pomodoro trasformato, con un brand Made in Italy di straordinaria notorietà: ne ha parlato Francesco Mutti, presidente dell'omonimo gruppo emiliano e leader di Centromarca, ascoltato in religioso silenzio dalla platea. Ne scriveremo nei prossimi giorni.

Un percorso esemplare, quello del re del trasformato, che però non è precluso a chi produce e lavoro il “fresco”: articoli che un tempo sarebbe stato impensabile issare su un ideale piedistallo, oggi fanno parlare di loro. Un esempio? L’anguria Perla Nera, che grazie a una comunicazione ad hoc sui media nazionali ha moltiplicato vendite e notorietà.



Sul palco dello Speciale Frutta&Verdura è salito poi in rappresentanza della Gdo Maniele Tasca (foto sopra) di Selex, che ha esposto numeri e strategie di un’azienda che crede molto nell’ortofrutta: in alcuni Pdv raggiunge un’incidenza del 20%. Anche l’intervento di Tasca sarà al centro di un nostro approfondimento nei prossimi giorni.

Dopo l’intervento di Maura Latini di Coop e l’invito perentorio di Della Casa a soppiantare i volantini, almeno per come sono concepiti oggi (“Li leggono in pochissimi e pianificare promozioni con 2-3 mesi di anticipo è ingestibile, per i prodotti stagionali, a causa del cambiamento climatico”), ecco l’ultimo ospite della giornata: Andrea Segrè, agroeconomista che ha affrontato il tema dell'economia circolare e della richiesta sempre più forte di sostenibilità. “Ogni famiglia spreca mediamente 454 euro di cibo, per il 35% freschi e per il 16% ortofrutta”, ha spiegato. 


Andrea Segrè

“Ma il problema è anche legato al fatto che gli italiani non seguono quasi più la dieta mediterranea e ciò ha un impatto idrico pesante nei modelli agronutrizionali. Serve più educazione alimentare, serve più attenzione nei consumi ma anche più innovazione e ricerca a livello imprenditoriale”, ha proseguito Segrè. Che non digerisce, come molti del resto, la plastic tax: “C’è pregiudizio e disinformazione, sui contenitori si parla e ci si muove a sproposito. E attenzione: presto scoppierà un'altra bomba, quella dei bollini sulla frutta. Preparatevi”. 



Quindi la presentazione del Manifesto, sintesi del Report consegnato ai presenti e il taglio della maxi torta arrivata sul palco per festeggiare i quattro lustri dello Speciale. Un appuntamento che nei prossimi anni continuerà ad anticipare le tendenze e tracciare la strada per la crescita armonica di un settore dal grande potenziale che ha ancora tanto da dare e da dire.

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