«Il sistema delle royalty non è una piaga ma un'opportunità»

Antonio Ruffo: «E' una richiesta equa e non esosa. Difficile sensibilizzare il settore»

«Il sistema delle royalty non è una piaga ma un'opportunità»
In un anno in cui l'uva da tavola italiana ha vissuto una campagna commerciale difficile, il mondo produttivo più volte ha messo in discussione il sistema della royalty e anche le associazioni di categoria, nel mettere in luce l'ampia forbice tra prezzi alla produzione e quelli al consumo, hanno contestato il sistema (clicca qui per leggere l'articolo) portando la questione sul tavolo del ministro Teresa Bellanova.

Sul tema - delicato quanto strategico per il comparto - interviene Antonio Ruffo, amministratore delegato della Fruitgrowing Equipment and Service di Ferrara.



"La nostra azienda da oltre 40 anni esercita l’attività di concessione di licenze ai vivaisti di varietà da frutto brevettate, per la produzione e commercializzazione delle piante di dette varietà. Siamo Master Licensee di varietà di fragole, susine, kiwi, uva da tavola - premette il Ceo dell'azienda emiliana - Una delle nostre varietà è l’uva da tavola Red Globe per la quale abbiamo concesso licenze in Italia ad alcuni vivaisti per produrre e commercializzare le piante di detta varietà a partire dall’anno 1996 e, pertanto conosciamo il settore ed i suoi problemi. Concordiamo sulle analisi  prospettate sia per quel che riguarda la disparità tra il prezzo riconosciuto ai produttori e quello praticato nei supermercati. Concordiamo anche sulla necessità di azioni che incentivino l’export del prodotto italiano, considerato anche che l’Italia è uno dei maggiori produttori di uva da tavola a livello mondiale. Nonostante ciò, l’Italia non può esportare il prodotto in Cina, il mercato più vasto del mondo, mentre altri paesi che sono arrivati molto tempo dopo di noi, come, per esempio il Perù o l’Egitto, esportano in tale Paese già da diversi anni. Non concordo completamente sull’affermazione che il settore ortofrutticolo 'si trovi sotto attacco e subisce anche la piaga del sistema royalty'. Innanzi tutto il sistema royalty non è una piaga in senso assoluto ma grazie ai centri di ricerca, pubblici e privati, i produttori hanno la facoltà e l’opportunità di coltivare nuove varietà che sono migliori e competitive e che possono incrementare il loro reddito. Ovviamente tali centri di ricerca hanno investito tanto tempo e hanno sopportato notevoli costi per trovare una varietà e pertanto hanno diritto, a mio parere, ad una equa remunerazione. Però anche da parte di certi produttori non si manifesta la volontà di riconoscere tale diritto, anche se la richiesta di una royalty non è esosa, ma anzi equa. Infatti per esperienza personale, da oltre 20 anni stiamo combattendo contro una diffusa contraffazione della nostra varietà Red Globe, con scarsi risultati, anche grazie alla cronica lentezza del nostro sistema giudiziario e, forse - conclude Ruffo - anche alla scarsa opera di sensibilizzazione da parte dei vari Consorzi di valorizzazione verso i propri associati nel rispettare i diritti dei costitutori".

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