«Fruttivendoli a Bergamo: ecco come lavoriamo in trincea»

Bresciani: saracinesca giù e tanto e-commerce, categoria all'avanguardia. Dati e trend

«Fruttivendoli a Bergamo: ecco come lavoriamo in trincea»
La voce è roca, il tono non riesce a nascondere dolore e preoccupazione. “Qui a Bergamo è una tragedia, il numero di contagiati e morti è inenarrabile, superiore a quanto riportato. E per il momento non riusciamo a vedere la fine del tunnel”. Livio Bresciani, presidente nazionale dei dettaglianti ortofrutticoli della Fida-Confcommercio ha un negozio di 120 metri quadri nel cuore della città orobica. Da oltre una settimana ha deciso di abbassare la saracinesca e servire la clientela con il food delivery oppure con il ritiro diretto fuori dal punto vendita dopo l'ordine telefonico, per mail o watsapp. Qualcuno - pochi - dopo aver consegnato la lista scritta a penna. “Troppi rischi in uno spazio medio-piccolo, abbiamo preferito chiudere pur restando operativi", racconta Bresciani. "Io e i miei 5 collaboratori siamo barricati in negozio e serviamo in modo alternativo la popolazione. Non lo facciamo per business ma per passione e senso civico. Perché qui è cambiato tutto, è una città fantasma popolata da figure che si muovono furtive per fare la spesa o portare fuori il cane”.  



E’ un “fruttivendolo” all’avanguardia, come molti altri sul territorio nazionale, Livio Bresciani (foto sopra). Da tempo punta sul servizio, cucinando i prodotti nell'area attrezzata del negozio, tagliando frutta e verdura e preparando piatti per gli impiegati degli uffici, ma anche per le persone anziane che gradiscono il servizio a domicilio. “Gli affari in questi giorni sono inevitabilmente calati a causa delle procedure da seguire e del mancato accesso di persone in negozio“, spiega. "Se prima per una spesa bastavano 5 minuti, ora ce ne vogliono una ventina. I prodotti che vanno per la maggiore sono patate, zucchine, finocchi, cipolle, arance, mele, banane. La fragola non viene disdegnata, ma non rientra tra i prodotti top: paga probabilmente la scarsa conservabilità”.



Questa tragedia, perché così la chiamano a Bergamo, cambierà il modo di fare commercio al dettaglio. “La nostra categoria è pronta, non ha mai abbandonato il servizio a domicilio e da sempre crede nell’e-commerce di vicinato. Per la nostra attività vale adesso oltre il 50% del volume d'affari. Percentuale analoga nel resto del Nord Italia, nelle zone più a rischio. Mediamente, nel Paese, il dato medio oscilla attorno al 30%. Nell'arco di 24-36 ore viene fatto tutto, dall'ordine alla consegna. Insomma, siamo distanti anni luce dall’immagine stereotipata del bottegaio con la matita all’orecchio che fa i conti su ritagli di carta: è un'imprenditoria moderna a tutti gli effetti, la nostra". 
"E mi lasci dire un’ultima cosa”. Prego. “Noi commercianti di ortofrutta, come tanti colleghi della filiera, siamo in prima linea, rischiamo senza ricevere encomi ma lo facciamo volentieri. E’ giusto così”. 

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