Penny Market, le strategie per l'ortofrutta

Il direttore acquisti Nicastro: italianità e innovazione in una rete che si espande

Penny Market, le strategie per l'ortofrutta

Reparto ortofrutta sempre più centrale per Penny Market che cresce nel segno dei freschissimi. "L'effetto coronavirus ha rallentato ma non frenato il nostro piano di sviluppo", spiega a Italiafruit News Pasquale Nicastro (nel riquadro), nominato direttore acquisti lo scorso febbraio. "Siamo riusciti ad aprire solo 3 dei 17 punti vendita programmati per quest'anno, frutto di acquisizioni in Sicilia, ma contiamo di rispettare la tabella di marcia e inaugurare poi altri 17 negozi il prossimo anno". L'insegna del Gruppo Rewe si caratterizza per l'ampia varietà di metri quadri ("da 300 a oltre mille") e punta a essere sempre più vicina ai clienti con store nei centri cittadini, "senza però trascurare i discount da 7/800 metri quadri e oltre", puntualizza il manager.




Frutta e verdura hanno primaria importanza, e non per modo di dire: "Sono il nostro core strategic department - prosegue Nicastro - capace di mettere a segno incrementi a doppia cifra negli ultimi anni e dal trend positivo anche in questo 2020, eccezion fatta per l'ultimo mese e mezzo, segnato dalla performance negativa delle verdure, la cui deflazione ha appesantito il bilancio. Siamo l'unico player che propone sempre due referenze ortofrutticole nella copertina dei volantini e puntiamo con convinzione sull'italianità: su 150-170 referenze almeno il 70% sono Made in Italy. Prediligiamo le produzioni nostrane anche a costo di spendere di più".



In ascesa le marche del distributore, che identificano frutta e verdura confezionate dopo essere state prodotte nelle vicinanze, "a massimo 100 chilometri di distanza dal punto vendita", puntualizza il direttore acquisti. Il valore della Mdd, tra cui spicca "Natura è" si attesta attualmente al 50%, con l'obiettivo di arrivare al 75%: "Per noi sostenibilità e provenienza rivestono grande rilevanza". Il reparto ortofrutta vale il 14% circa del totale del fatturato, "ma per fine anno dovrebbe raggiungere il 15%", puntualizza ancora Nicastro.

"Nel periodo del lockdown causato dal coronavirus frutta e verdura sono cresciute a doppia cifra con performance davvero importanti per il confezionato - prosegue l'esponente di Penny Market - Il gruppo è stato protagonista di un grosso sforzo anche logistico per soddisfare, attraverso le sette piattaforme, le richieste della clientela. Poi a partire da maggio il trend è cambiato, tornando gtadualmente alla normalità". "Luglio - prosegue Nicastro - si è rivelato il mese più complesso dell'anno a causa della perdita di valore degli ortaggi; agosto, invece, è stato interessante, con un numero di scontrini più alto della media e una ripresa delle verdure".



Tempi duri per la IV gamma: "Da un mese circa sta migliorando, il calo sul 2019 è meno corposo rispetto al primo semestre ma la situazione resta pesante". Mentre il biologico assicura soddisfazioni, tanto che l'azienda sta investendo anche in termini di spazio a scaffale: "Durante il lockdown le vendite di prodotti organic, tutti confezionati, sono andate molto bene e ora stiamo lavorando per rendere ecofriendly numerosi prodotti". Risposte positive sono arrivate anche dalla frutta secca.

L'innovazione è uno dei cardini dello sviluppo di Penny Market: "Un'innovazione che vogliamo portare avanti insieme ai nostri fornitori cercando nuove referenze e modi di proporre l'ortofrutta, con confezioni pratiche e sostenibili", precisa Nicastro. "Il nostro sogno è che il consumatore, quando pensa all'ortofrutta, la colleghi immediatamente alla nostra insegna".



E che i freschissimi siano leva dello sviluppo è dimostrato anche dalle imminenti aperture di reparti gastronomia gestiti autonomamente: "Con frutta e verdura, valorizziamo al massimo anche carne e pesce, per il futuro ci sono grandi progetti", conclude il manager. 

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