L’ortofrutta in Esselunga: ieri, oggi e domani

Allo Speciale Frutta & Verdura il direttore commerciale Gabriele Villa

L’ortofrutta in Esselunga: ieri, oggi e domani
Pur in un momento così particolare per il nostro sistema distributivo, sottoposto ormai da mesi a forti tensioni indotte dalle conseguenze della pandemia, i tratti del nuovo corso di Esselunga cominciano ad emergere con chiarezza anche solo curiosando fra gli scaffali.

Più prossimità per riqualificare anche le posizioni centrali, quelle storiche della rete Esselunga, strizzando al contempo l’occhio alla somministrazione; più emozione nei negozi senza tradire l’efficienza declinata come sempre in modo maniacale; maggiore attenzione alla sostenibilità, gestita in modo “consistente”, come tradizione in tutte le applicazioni del gioiello creato da Bernardo Caprotti.

Per rimanere alla famiglia, infine, una nuova presidenza che, sebbene raccolga un’eredità a dir poco ingombrante, dimostra personalità, pur nella sobrietà che, a questo punto, se non è genetica funziona comunque con l’imprinting. Emblematica per l’ortofrutta è la foto di Marina Caprotti davanti a un banco di frutta e verdura per presentare il primo Bilancio di Sostenibilità del Gruppo in un’intervista al Corriere della Sera.



Per questo e altri motivi che vi rivelerò a tempo debito ho pensato che fosse opportuno ritornare a dibattere in profondità dell’ortofrutta di Esselunga, dopo quindici anni dal servizio che feci per Mark Up con i manager del settore di allora, partendo prima dell’alba dal CEDI di Limito per arrivare, dulcis in fundo, a una chiaccherata alle sette del mattino con “il Dottore” nel negozio di Pioltello.

Gabriele Villa era da poco il direttore commerciale di Esselunga e lo è tuttora a fianco dei nuovi manager chiamati a gestire l’evoluzione del Gruppo, per cui è la persona più adatta per tracciare il percorso evolutivo dell’ortofrutta in Esselunga da allora fino ad oggi e aiutarci a capire quale sarà il futuro in un gruppo che, con le sue scelte, in Italia fa tendenza e viene tenuto in grande considerazione anche all’estero, grazie alla sua originalità e ai primati di redditività.



Assortimenti, esposizione, marca privata, rapporto con i fornitori e sostenibilità, che si fa proprio con il supporto costante dei partner della produzione come sostengono in Esselunga, saranno i temi che analizzeremo, senza dimenticare i nuovi format, come laEsse, l’evoluzione del percorso obbligato e del confezionato, due cavalli di battaglia di Esselunga, il tutto provando a seguire quel “non mettere in vendita ciò che non compreresti” che era il mantra del fondatore.



C’è poi l’emergenza e le complicazioni connesse per chi è abituato a negozi straripanti di clienti, il nuovo ruolo della spesa a casa, ancora un’intuizione vincente in tempi non sospetti del “Dottore”, in cui l’ortofrutta può fare tanta differenza nel bene ma, anche, nel male. Un viaggio nell’ortofrutta a tutto tondo, dunque, da cui sono sicuro emergeranno stimoli interessanti per qualificare la filiera in un’ottica di sistema seguendo il titolo del nostro Speciale (clicca qui per scoprire come partecipare).



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