Ecco i campioni della crescita in Gdo

I frutti con le migliori performance nel 2020: i trend mese per mese

Ecco i campioni della crescita in Gdo
Un 2020 col vento in poppa per le vendite in Gdo e un 2021 iniziato col piede giusto (clicca qui per leggere il nostro approfondimento), ma nel reparto ortofrutta i prodotti del Largo Consumo Confezionato non hanno performato tutti allo stesso modo: c'è chi ha messo a segno crescite mai viste negli ultimi dieci anni e chi ha terminato l'anno leccandosi le ferite.

In questo approfondimento ci concentriamo sui campioni dell'ortofrutta, quelle famiglie di prodotti che sono state un traino per i consumi e sono accomunate da due fattori: alto contenuto di vitamine e facilità di conservazione, con una shelf life sopra la media dell’ortofrutta. Le due variabili che, durante la pandemia, hanno decretato il successo, ma anche l’insuccesso (come vedremo in ulteriori approfondimenti), per certi prodotti o categorie.



L’esempio più rappresentativo legato ai contenuti nutrizionali è certamente il kiwi. Il prodotto a peso imposto, confezionato, ha registrato i trend di aumento più elevati se si considera la media del 2020 (sopra al +40%). È infatti ormai convinzione comune che il kiwi sia fonte di vitamina C al pari degli agrumi, anzi superiore. La crescita è sempre importante in tutti i mesi dell’anno e si conferma anche nella prima settimana del 2021 (sfiorando il +60%).

Al secondo posto troviamo le mele. Qui il driver è stato principalmente la lunga conservabilità, in linea con le mutate abitudini di acquisto e caratterizzate da una minore frequenza di spesa e una conseguente necessità di maggior scorta. In questo senso le mele sono il frutto più adatto: in frigo, o semplicemente in terrazzo, si conservano per un tempo decisamente superiore alla maggior parte della frutta (c’è chi compra cassette di mele per tutto l’inverno). I trend nel 2020 sono stati sopra al +30% con pochi mesi sotto al +20%, e confermano ottime performance anche nella prima settimana dell’anno (+19%).



Seguono le arance, che beneficiano della nomea di apportatrici di vitamine insieme ad una lunga conservabilità. E questi due elementi hanno aiutato molto le vendite del fine campagna 2019/2020, con trend tra il +60% e il +70% nei mesi di marzo e aprile. Seguono due mesi in perdita per poi registrare trend sempre sopra al +20% fino a novembre. Da dicembre le vendite perdono di intensità (+10%) per andare in negativo nella prima settimana di gennaio (-6%). Rimane un 2020 memorabile a livello di vendite (+29%).

Non dimentichiamoci dell’uva ed in questo caso parliamo principalmente di quella senza semi, che è prettamente venduta confezionata a peso imposto. È un mix perfetto di nutrizionali e lunga conservabilità (in frigo resiste perfettamente per diversi giorni). Per l’uva, però, i risultati migliori si sono registrati con l’inizio della campagna di settembre. Nei mesi prima i trend erano negativi. Tuttavia, con settembre e ottobre (+15%), ma soprattutto grazie a novembre e dicembre (+45/50%), il 2020 chiude in netta crescita rispetto al 2019 (+26%) con trend in esplosione confermati anche nella prima settimana dell’anno (+68%).

Chiudiamo questa speciale classifica con altri due agrumi, limoni e clementine, che come le arance beneficiano dell'effetto vitamina C, oltre ad essere ben conservabili. Per i limoni l’annata si chiude con un +16%, con trend sempre positivi nei diversi mesi, a parte luglio (in cui tutto il reparto è andato in difficoltà). Per i limoni il 2021 parte col piede giusto, registrando un buon +9% nella prima settimana dell’anno. Da anni, ormai, questi agrumi sono l'emblema del salutismo e anno su anno hanno segnato crescite importanti. Per questo era plausibile che non esplodessero come invece è successo ad altri prodotti, come il kiwi.



Infine le clementine, caratterizzate dal picco massimo per quest’insieme di prodotti analizzati: ad aprile, infatti, segnano un incredibile +120% (probabile mix di una campagna allungata rispetto al 2019 e ad una richiesta in forte crescita). In estate, periodo in cui non è più presente il prodotto nazionale, si rilevano trend in perdita, ma considerando i piccoli volumi sviluppati, è trascurabile. Da sottolineare, però, come la nuova campagna di fine 2020 sia partita con alti e bassi: dicembre negativo (-6%) e una prima settimana dell’anno in attivo (+6%). Come abbiamo evidenziato su Italiafruit la mancanza di calibri importanti non sta agevolando le vendite.

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