Zona rossa, semaforo verde agli affari

Lunedì vivace al Mercato di Rimini, il Veneto arancione soffre lo stop Horeca

Zona rossa, semaforo verde agli affari
La zona rossa non nuoce al business ortofrutticolo, anzi: al Centro agroalimentare di Rimini il cambio di colore sembra aver giovato agli affari, o almeno questa è la sensazione nel primo giorno dopo la "retrocessione" dalla fascia arancione. "Oggi i consumi sono stati piuttosto importanti -  spiegava ieri mattina dal Caar il grossista Alessandro Marchese - con un aumento di vendite e prezzi elevati per le fragole, posizionate dai 5 euro in su e molte verdure in ripresa, soprattutto insalate, broccoletti, cavolfiori. Trend positivo anche per gli asparagi: quelli di Sardegna sono quotati tra i 7 e gli 8 euro a seconda del calibro. In ripresa gli agrumi: le arance di Calabria, Basilicata e Sicilia evidenziano una richiesta più sostenuta rispetto alla scorsa settimana".



Per Marchese il rinnovato dinamismo potrebbe essere figlio della fatto che la gente, consapevole di dover restare più tempo a casa, ha deciso di fare qualche acquisto in più come scorta e magari per sbizzarrirsi in cucina. "I nostri clienti dettaglianti stanno lavorando tanto - aggiunge Marchese - alcuni negozi nei giorni scorsi hanno registrato un forte incremento delle vendite". Per il grossista riminese, "la filiera legata al dettaglio è l'unica che garantisce un margine anche a chi opera a monte, a differenza della Gdo che concentra i ricavi, senza alcuna redistribuzione: se ne dovrebbe tenere conto, in sede istituzionale, nelle misure di agevolazione e sostegno".



Non altrettanto brillante il lunedì in Veneto, dove da ieri è scattata la fascia arancione. In questo caso la chiusura di ristoranti e bar precedentemente aperti fino alle 18 pare aver appesantito la situazione, come testimoniava ieri mattina, dal Centro agroalimentare di Verona, il grossista Andrea Saturnini: "Una giornata così così, senza squilli", spiegava. 



"Chi lavora con i pubblici esercizi in molti casi si è visto annullare gli ordini. Gli esercenti così come gli operatori del settore ricettivo sono esasperati: una realtà a vocazione turistica come Verona è profondamente segnata dal trend attuale. A ciò si aggiunge il problema dell'export debole".



La sensazione di Saturnini è che "i grossisti pagheranno dazio come e più di prima, in quanto il settore e la filiera tutta sono alla stremo: l'emergenza sanitaria è stata gestita malissimo, i lockdown non hanno migliorato le cose e il commercio ortofrutticolo ne risente. Tra i pochi prodotti che vanno abbastanza bene ci sono le fragole, quale conseguenza della carenza di materia prima. Ma non appena ci saranno le quantità, sarà da mettersi le mani nei capelli, anche perché è un prodotto molto deperibile... E per gli altri articoli - conclude Saturnini - la situazione è scoraggiante su tutti i fronti". 
 
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