Sanatoria? I lavoratori invisibili restano tali

Il fallimento della misura voluta dall'ex ministra Teresa Bellanova

Sanatoria? I lavoratori invisibili restano tali
Burocrazia che genera burocrazia e i lavoratori irregolari restano... sommersi dalle carte e, come ha titolato nei giorni scorsi il Corriere della Sera, ci troviamo davanti a una "sanatoria fallita".

L'aveva voluta nell'estate scorsa l'allora ministra all'agricoltura Teresa Bellanova: era pensata soprattutto per i lavoratori del settore primario, ma in teoria era aperta anche agli irregolari impiegati nei lavori domestici del nostro Paese.



Dopo sei mesi i numeri sono impietosi, perché se sono arrivate poco più di 207.000 domande di emersione dal lavoro nero - circa un terzo degli invisibili presenti nel nostro Paese secondo le associazioni che si battono per i migranti - solo 1.480 hanno portato alla regolarizzazione dei lavoratori stranieri e all'emissione di un permesso di soggiorno, lo 0, 71%. Delle domande presentate l'85% riguarda il lavoro domestico e il 15% l'agricoltura.

Il quadro che emerge dall'interrogazione parlamentare del deputato Riccardo Magi e dalla campagna "Ero straniero" documenta una situazione insostenibile. Davanti a un ritmo del genere il Ministero dell'Interno ha confermato la mancanza di personale negli uffici che si dovrebbero occupare delle domande. Tanto che ci sarebbero una quarantina di Prefetture in Italia che non hanno nemmeno iniziato ad esaminare le istanze ricevute.



Le associazioni promotrici della campagna “Ero straniero” spiegano che servirà ancora tanto tempo per dare corso alle domande di regolarizzazione. "A Caserta, territorio ad alto tasso di lavoro nero e caporalato, a metà febbraio, delle 6.622 domande ricevute (3.710 per lavoro domestico, 2.912 per lavoro subordinato nel settore agricolo), sono solo 10 le convocazioni effettuate per finalizzare l'assunzione - scrivono - e non è ancora stato rilasciato alcun permesso di soggiorno". 

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