Guerra dei prezzi, la Francia corre ai ripari

Pronto il piano di Serge Papin. Intanto scoppia la protesta nel Paese

Guerra dei prezzi, la Francia corre ai ripari
Chissà cosa avrebbe pensato pensato sfogliando un volantino dell'Eurospin, tra l'anguria a un centesimo il chilo e le fragole scontatissime già a febbraio. Le superpromozioni, secondo Serge Papin, dovrebbero rimanere confinate a una promozione interna al punto vendita e non essere sbandierate ai quattro venti, altrimenti il rischio è di far passare una percezione di prezzo errata al consumatore. Papin è l'ex amministratore delegato di Système U - gruppo cooperativo della grande distribuzione organizzata francese, circa 1600 punti vendita dagli ipermercati ai negozi di prossimità – ed è stato chiamato dal governo transalpino per redigere un piano capace di riequilibrare le relazioni commerciali all'interno della filiera agroalimentare.

La settimana scorsa il manager ha consegnato il suo rapporto a Julien Denormandie e Agnès Pannier-Runacher, rispettivamente ministro dell'Agricoltura e dell'Industria. Proposte, come riporta il quotidiano Le Figaro, per migliorare i negoziati commerciali e la presa in considerazione dei costi di produzione agricola. Eh sì, la questione è stata seguita con attenzione dal principale quotidiano francese, un po' come se Corriere della Sera e La Repubblica dedicassero attenzione all'agricoltura.



“Il prezzo delle materie prime agricole deve figurare nei contratti commerciali firmati con la grande distribuzione e gli industriali per ottenere una paix des braves", ha dichiarato Papin, una pace dei coraggiosi per aprire un nuovo capitolo nelle relazioni di filiera.  "Se lasciamo andare le cose, è la stessa sostenibilità del nostro modello agricolo francese che viene messa in discussione", ha aggiunto deplorando il fatto che “l'agricoltura resti l'anello debole” del sistema.

L'ex distributore ha così redatto il suo piano per rivalutare le materie prime pagate agli agricoltori. Le proposte guardano soprattutto al settore lattiero caseario e alle filiere delle carni – molto importanti in Francia – ma più in generale mirano a garantire il prezzo del prodotto agricolo durante la contrattualizzazione, stabilendo un meccanismo di indicizzazione per rivedere tale prezzo al rialzo o al ribasso in caso di forti variazioni. E l'obiettivo è di arrivare a contratti pluriennali. Papin suggerisce azioni di trasparenza e per la parte agricola invita ad aggregazioni. Oggi non c'è l'obbligo di riportare i costi di produzione nei contratti, tutto è lasciato alla “buona volontà delle parti”. Intanto lo scorso fine settimana è esplosa la protesta in Francia: per esempio a Clermont Ferrand gli agricoltori sono scesi in strada e hanno scaricato tonnellate di letame davanti al Municipio e in piazza per protesta.



Ma torniamo al documento di Papin e alla percezione del valore del cibo, soprattutto durante le promozioni in caso di surplus produttivi. "Quando vendiamo carne di maiale a 1,58 €, la comunicazione deve essere solo una comunicazione di negozio, e non su media esterni, altrimenti il consumatore potrebbe pensare che sia un prezzo permanente", ha ribadito l'esperto.

L'ex amministratore delegato di Système U difende anche un “patriottismo agricolo”: “dobbiamo lottare per coniugare il diritto europeo con l'origine francese e, perché no, un'origine dei territori, perché c'è una domanda da parte dei consumatori su questo tema, che risponde a un'esigenza sociale".

Intanto in Francia sono state messe in campo azioni per una più equa distribuzione del valore lungo la filiera. Per esempio i produttori di mele dell'associazione interprofessionale Afidem hanno sviluppato con i distributori un patto con una serie di impegni per lo sviluppo sostenibile dei frutteti, che includono criteri ambientali e non solo. Un sistema che, scrive la stampa francese, potrebbe essere esteso ai prodotti trasformati, valorizzando l'origine. Bonduelle, invece, ha stipulato un contratto premium di responsabilità sociale d'impresa con i produttori, che include un aumento di prezzo e consente una migliore condivisione del valore controllando gli aumenti dei prezzi per il consumatore.

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