Similpelle vegana, si ottiene dagli scarti delle mele

Dai frutti locali l'azienda Frumat di Bolzano produce l'apple skin oggi diffusa in tutto il mondo

Similpelle vegana, si ottiene dagli scarti delle mele
E’ una storia italiana, più precisamente altoatesina, quella della similpelle vegana realizzata dagli scarti delle mele. A Bolzano ha sede Frumat, l’azienda che ha inventato la cosiddetta ‘apple skin’ per realizzare accessori, vestiti, calzature e arredi a partire dalle bucce di mela.

La storia, riportata dal quotidiano repubblica.it, racconta l’origine casuale di questo materiale: “Stavamo lavorando per ottenere una colla naturale dagli scarti delle mele – ha spiegato Hannes Parth, Ceo dell’azienda – ma un giorno eravamo troppo stanchi per pulire e abbiamo lasciato tutto lì. L’indomani, cercando di rimuovere i residui dai macchinari, ci siamo resi conto che potevamo staccare agilmente una pellicola resistente, simile alla pelle”.

Hannes Parth

Una scoperta casuale, come tante nel mondo della ricerca, che valorizza il territorio dal punto di vista dei suoi prodotti - le mele altoatesine appunto - e di un mondo della ricerca sempre più concentrato sull’economia circolare.

Se la ricerca di Frumat era iniziata con gli scarti dell’uva prima e con i mirtilli rossi importati dal Canada poi, è solo con le mele che ha trovato il successo.
Inizialmente dalle bucce e dai torsoli ottenuti dalla spremitura dei frutti, realizzano la cartamela, un prodotto in pura cellulosa arricchita con gli scarti. Si tratta di una carta non patinata usata per il packaging e per la produzione di tovaglioli e fazzoletti. Ad oggi Frumat trasforma 30 tonnellate di rifiuti di mela al mese.



“Il procedimento per realizzare l’apple skin vegana e cruelty free – specifica Hannes – è brevettato ed ecologico: si ottiene fino al 50% dagli scarti delle mele provenienti da Bolzano, da cui ricaviamo un impasto denso composto di fibre applicato su un tessuto di supporto”.

Ottimo il successo riscontrato dalla similpelle vegana sul mercato, soprattutto in Giappone e California, dove gli stili di vita sono decisamente green, ma anche in Germania, Svizzera e Francia.

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