Sostenibilità, cosa fa la Gdo europea nel reparto ortofrutta

Packaging green, meno spreco e additivi, refill e plant based: indagine tra 50 catene di punta

Sostenibilità, cosa fa la Gdo europea nel reparto ortofrutta
La sostenibilità è un "must" per le principali catene distributive dei cinque continenti: l'impegno per un approccio più green, in linea con le richieste di un numero sempre maggiore di consumatori, si concretizza su diversi fronti, come è emerso in occasione del convegno "La Mdd guida il rilancio sostenibile in Italia e in Europa - Distributori e produttori in azione", organizzato in occasione dell'ultima edizione di MarcabyBolognaFiere.

Tra gli ambiti di intervento rilevati più frequentemente analizzando i comportamenti delle principali insegne europee, emergono l’impegno per la riduzione della plastica a scaffale (22%), il ridimensionamento dello spreco alimentare (19%), il minor utilizzo di additivi nei cibi (19%), l'impiego di packaging sostenibili (14%).



Koen de Jong, managing partner di Iplc, ha presentato i risultati di una ricerca condotta tra una cinquantina di retailer europei di 10 diversi Paesi: Italia, Paesi Bassi, Germania, Svezia, Danimarca, Inghilterra, Irlanda, Portogallo, Spagna e Francia. A partire dal 2020, solo per la Mdd, sono state rilevate quasi 900 iniziative sostenibili. 

Dalla riduzione drastica dei contenitori non indispensabili all’introduzione del refill ("ricarica"), dalle opportunità del “plant based” (che prevedere di consumare prevalentemente frutta e verdura, cereali integrali ed evitare o ridurre al minimo l'assunzione di prodotti animali e alimenti trasformati) al packaging sostenibile anche nei prodotti stagionali, sono numerose le azioni che posizionano la sostenibilità come prioritaria anche nel reparto ortofrutta.



I driver del cambiamento, è emerso nel convegno, sono stati identificati nelle modifiche strutturali nella dinamica dei consumi, primo fra tutti l’aumento dei pasti consumati a casa, e sono stati riassunti in quattro elementi prioritari che hanno caratterizzato le scelte dei distributori europei: trasparenza con il consumatore, riduzione dei rifiuti, scelta di fornitori locali, stile di vita sano.

In Inghilterra emergono diversi esempi concreti di sostenibilità dei retailer, guidati in alcuni casi dal modello innovativo di Wrap, Ong britannica che lavora con le imprese e i privati nella riduzione dei rifiuti e nello sviluppo di prodotti sostenibili, in collaborazione con il Governo britannico e i maggiori rivenditori di food del paese, adottando target e roadmap chiari e condivisi. Lo scenario competitivo nella terra di Sua Maestà sta cambiando alla velocità della luce, con un canale e-commerce grocery che ha superato l’incidenza del 15% delle vendite nella Gdo e una rinnovata competizione sul prezzo sostenuta, oltre che dalla crisi attuale, anche dalla Brexit.



Intanto in questi giorni anche l’insegna olandese Albert Heijn, dopo Carrefour Francia, ha annunciato che rimuoverà tutti i sacchetti di plastica dai suoi reparti ortofrutta per sostituirli con alternative riutilizzabili e lavabili: spariranno da tutti i punti vendita entro la fine del 2021, cancellando l'utilizzo di circa 130 milioni di sacchetti monouso, equivalenti a 243 tonnellate di plastica, l’anno. Contemporaneamente entrerà in funzione un sistema per la restituzione dei 31 milioni circa di shopper usati ogni anno per consegnare la spesa a domicilio, con il risultato che circa 645 tonnellate di plastica all’anno saranno riciclate in modo responsabile.