«Arance, dopo il boom tutto è rientrato nella norma»

La cooperativa Portobello (Catania): «Prezzi in linea con il 2019. Sos limoni»

«Arance, dopo il boom tutto è rientrato nella norma»
Dopo esser stati tra i frutti protagonisti dei mercati nel 2020, le arance sono ora rientrate in una situazione di normalità. “Escludendo il 2020, anno del boom, l’andamento prezzi oggi è simile a quello del 2019, anzi leggermente in calo: stiamo registrando circa il 15-20% di vendite in meno”. A dirlo a Italiafruit News è Giovanni Crispi, amministratore e direttore vendite della cooperativa Portobello di Biancavilla (Catania), con una produzione annua di circa 20mila tonnellate di arance tra  Sanguinello, Tarocco, New Hall, Valencia, Moro, Washington Navel e Ovale. 


E aggiunge: “Dopo il maltempo dello scorso dicembre-gennaio con piogge persistenti, recentemente le nostre arance, come quelle di tutta la piana di Catania, sono state danneggiate dalla cenere vulcanica. La cenere si è insidiata sulla buccia dei frutti ed è difficile toglierla, servirebbe una pioggia battente e persistente: si tratta di arance non idonee al consumo fresco, che vengono di conseguenza inviate all’industria di lavorazione”.
Nonostante un calibro leggermente più piccolo rispetto a quello degli ultimi anni, rimane alta la qualità degli agrumi, che vengono commercializzati nelle catene della Gdo italiana ed estera (Germania, Francia e Svizzera). La maggior parte dei prodotti commercializzati è a marchio (75%), mentre la restante parte Mdd.
Non si ferma la sperimentazione: “Sugli agrumi stiamo testando le nuove varietà dell’istituto sperimentale di Acireale - sottolineano dall’azienda - nei nuovi appezzamenti stiamo cercando di orientare la produzione su arance più dure rispetto alle varietà coltivate in precedenza: il mercato le richiede per poterle esportare con facilità all’estero”.



Oltre alle arance, la cooperativa - composta da una cinquantina di soci – produce anche limoni e limoni di Siracusa Igp, fichi d’india e pere coscia nel periodo estivo.

“I limoni hanno conosciuto un vero e proprio tracollo rispetto al 2019”, commenta Crispi.
Due i motivi, secondo il direttore vendite: da una parte i volumi commercializzati sono stati bassi nonostante la buona produzione, situazione che ha abbassato i prezzi del 40% circa. Inoltre la situazione pandemica ha azzerato le vendite al settore dell’Horeca, che con bar e ristoranti rappresentava il maggiore consumo del prodotto.
L’azienda produce all’incirca 4mila tonnellate di limoni l’anno, con una netta prevalenza del prodotto Igp; volumi destinati a crescere considerata l’entrata in produzione dei giovani impianti.



Portobello conta anche su una produzione estiva di pere coscia e di fichi d’india. Nonostante quest’ultimi rappresentino ancora un prodotto di nicchia, “si tratta di una referenza che sta aumentando i propri consumi rispetto ad altri frutti, per ora ne coltiviamo 250 ettari” precisa il direttore vendite.

Ancora in fase di valutazione le modifiche sul packaging. “Tutti i nuovi materiali compostabili ci vengono proposti a prezzi esorbitanti. Oltre a costare quattro volte di più, queste confezioni rallentano anche il ciclo produttivo, per questo non abbiamo ancora introdotto novità”.

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