Drupacee, Spagna con le armi spuntate a inizio campagna

Cali fino al 70% per albicocche e pesche precoci, danni anche sulle ciliegie: la mappa

Drupacee, Spagna con le armi spuntate a inizio campagna
Parte con il piede sbagliato la stagione delle drupacee spagnole: le gelate delle scorse settimana taglieranno pesantemente la produzione nella prima fase della campagna di commercializzazione, con una previsione di cali fino al 70%

A Murcia, stando alle rilevazione del Coag - principale entità rappresentativa del settore agricolo in Spagna - l'albicocca precoce ha subito perdite attorno al 60% e sono previsti ridimensionamenti importanti anche per pesche e nettarine in raccolta a maggio. 



In Aragona e Catalogna, dove si concentra oltre il 50% della produzione nazionale di drupacee, le gelate hanno spazzato via circa la metà del raccolto a Bajo Cinca, Baix Segre e Segrià, con danni che raggiungono il 70% per le albicocche. Freddo e maltempo non hanno risparmiato neppure le ciliegie: la raccolta iniziale dovrebbe essere contrassegnata da una perdita pari al 30% circa della produzione. Vanno meglio le cose nella zona di Valencia dove, per il momento, il monitoraggio non evidenzia potenziali perdite. E la scarsa disponibilità di materia prima può rappresentare una chance per chi dispone di frutta.



Dopo un 2020 difficile, caratterizzato da prezzi inadeguati a monte della filiera, Coag definisce fondamentale l'esito di questa campagna della frutta a nocciolo soprattutto per non dover assistere a ulteriori abbandoni dei terreni agricoli: "Una nuova stagione di rendimenti mediocri o nulli ridurrebbe ulteriormente il numero dei produttori frutticoli, con riferimento soprattutto alle imprese di piccole dimensioni. Temiamo perdite di posti di lavoro e abbandono della popolazione nelle aree rurali".

Per preservare i produttori, Coag chiede al ministero dell'Agricoltura di adottare misure utili a limitare lo strapotere della grande distribuzione che lo scorso anno, denuncia l'associazione, aveva messo sotto pressione i produttori pagandoli meno dei costi "vivi" sostenuti. L'organizzazione iberica sollecita misure adeguate per garantire che la legge sulla catena alimentare sia applicata correttamente, assicurando che i rivenditori finali compensino i fornitori in modo da coprire i costi di produzione.

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