Prezzi in calo per le fragole, pomacee e kiwi stabili

Listini all'origine e trend nelle aree vocate: i dati Ismea sull'ultima settimana di aprile

Prezzi in calo per le fragole, pomacee e kiwi stabili
Prezzi all'origine in calo per le fragole, "coda" di campagna senza particolari squilli per pomacee e kiwi: dice questo il report Ismea dedicato alla frutta riferito al periodo dal 26 aprile al 2 maggio. 

La settimana delle mele si è conclusa all'insegna della stabilità. Sotto il profilo degli scambi ha trovato conferma il miglior andamento delle vendite sul mercato estero, alimentato da una buona intonazione della domanda. A ritmi costanti invece sono proseguite le contrattazioni sul circuito interno dove la materia prima è stata regolarmente ceduta. I prezzi nel complesso stabili su base settimanale hanno continuato a posizionarsi su livelli superiori rispetto allo scorso anno.



I prezzi medi "franco partenza Op" dal 26 aprile al 2 maggio

Ultimi squilli per la campagna di commercializzazione delle pere italiane, con gli ultimi quantitativi di varietà Kaiser e Conference. Per quest'ultima Ismea rileva scambi a ritmi regolari grazie alle costanti richieste provenienti dai mercati del centro sud della penisola; debole invece il collocamento delle poche Kaiser ancora presenti a fronte di una lenta attività della domanda. I prezzi medi non hanno mostrato variazioni, attestandosi sugli stessi livelli registrati la settimana precedente.

Discreto interesse per gli ultimi kiwi, con un regolare svolgimento delle vendite sulla base di quotazioni sostanzialmente stabili. Solo sulla piazza di Ravenna il listino ha mostrato un incremento a fronte di una maggiore richiesta estera. 



Kiwi Hayward e mele Golden, confronto prezzi negli ultimi tre anni

Infine le fragole: le migliorate condizioni climatiche hanno permesso la ripresa delle operazioni di raccolta in gran parte delle aree vocate della penisola con quantitativi in incremento e prezzi in fisiologica flessione. Nel metapontino, sottolinea Ismea, si sono intensificati gli stacchi del prodotto e le aumentate disponibilità, unitamente a un rallentamento della richiesta al consumo, ha indotto gli operatori a rivedere al ribasso le quotazioni. 

Listini in flessione anche nel casertano e nel napoletano dove al fisiologico incremento dell'offerta è corrisposta una richiesta stabile. Solo per la Candonga l'elevato standard qualitativo ha permesso alle quotazioni di attestarsi sugli stessi livelli precedentemente acquisiti. Non sono state osservate variazioni nel salernitano dove ai maggiori quantitativi esitati sul mercato è corrisposta una adeguata richiesta. Di contro per la Favetta laziale il rallentamento produttivo - conseguenza dell'instabile andamento climatico registrato nella prima parte del mese di aprile - unitamente a una buona richiesta ha spinto in alto le quotazioni. 



Spostando l'obiettivo più a Nord, segnalati prezzi in calo  nel cuneese e nel forlivese, dove la maggiore offerta sui circuiti commerciali ha risentito della presenza di merce di altre provenienze nazionali con quotazioni che hanno evidenziato una fisiologica flessione. Nel veronese invece la ripresa dello standard qualitativo ha permesso il rapido collocamento della merce sulla base di quotazioni in incremento. Sebbene in flessione su base settimanale, in ogni caso, i prezzi medi nazionali delle fragole hanno continuato a posizionarsi su livelli superiori rispetto a quelli dell'analogo periodo del 2020.

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